A Tortona la situazione Covid, almeno fino a ieri, era stazionaria, con solo 9 malati, ma il pericolo è dietro l’angolo e un medico di base molto stimato, che di esperienza ne ha parecchia e ha visitato anche diverse suore, al Centro Mater Dei, cioé Silvio Roldi, dopo una prima visita a domicilio di un tortonese malato e con la febbre, ha deciso di lanciare un appello a tutti i suoi assistiti.

Lo ha fatto attraverso uno dei pochi modi a sua disposizione, cioé dal suo profilo Facebook, ma siccome il Social, seppur diffuso, raccoglie solo una minima parte dei cittadini (soltanto un terzo dei lettori di Oggi Cronaca, ad esempio) al fine di garantire una capillare diffusione, abbiamo deciso di riportare, qui di seguito, il messaggio del dottore, anche perché Roldi usa parole forti con lo scopo di mettere in guardia tutti.


IL MESSAGGIO DEL MEDICO SILVIO ROLDI

Non ho voce in capitolo per parlare a tutti, ma approfitto di F.B. per raggiungere in una sola volta tutti i miei assistiti.

Tutti quanti abbiamo passato una estate serena cercando di lasciarci alle spalle quanto ci era successo nei mesi bui di inizio primavera. complici il bel tempo, gli aperitivi (ottimi) del giovedì sera e poi le ferie estive. E tutto questo è stata cosa buona e giusta.

Ed è per tale motivo che magari ci siamo dimenticati, come degli Alzheimer che camminano, anche il distanziamento sociale, la mascherina nei luoghi affollati, il lavarsi frequentemente le mani e poi, a cena, con gli amici, magari abbiamo ripreso anche l cattiva abitudine di assaggiare le pietanze nei piatti altrui usando la stessa forchetta. Stiamo poi facendo anche orecchio da mercanti alle notizie di recrudescenza del virus nelle nazioni attorno a noi, come in Francia nella vicina Costa Azzurra, o in Spagna, Romania, Grecia, forse pensando erroneamente che sia sufficiente la frontiera di stato per bloccare il virus.

Qualche ora fa sono andato al domicilio di un anziano che lamentava febbre da qualche giorno, stanchezza e stato confusionale: mi sono messo 2 paia di guanti, i calzari, il camice monouso e la mascherina FFP2; poi, salendo in auto, ho pensato: sarà questo il mio primo paziente Covid di fine estate/ inizio autunno?

Cosa ci succederà? Cosa mi succederà?

Ritorneremo come a marzo o riusciremo ad evitare un altro catastrofico (in tutti i sensi) lockdown? Riuscirò ad avere il vaccino per tutti i miei assistiti e come farò a vaccinarli tutti? Dedicherò a loro delle intere giornate ?

Va be’…. in qualche modo farò! Basta organizzarsi. Una cosa è sicura: come a marzo non sarà: abbiamo una piattaforma telematica che ci permette di segnalare e isolare i nuovi sospetti contagi e tutte le persone che sono state a contatto con loro; e poi abbiamo una miriade di laboratori analisi in grado di analizzare in tempi brevi i tamponi rinofaringei in modo tale da permettere alla gente, in caso di negatività di riprendere più rapidamente il rientro al lavoro. Inoltre, pur non avendo a casa del paziente dei farmaci anti virali specifici né linee guida ufficiali per la gestione del Covid, sono sicuro che l’esperienza fatta sul campo a marzo e aprile da noi medici di famiglia, dai medici della guardia medica e dei giovani colleghi dell’ USCA, assieme agli infermieri delle cure domiciliari saprà rispondere in maniera adeguata ai bisogni delle persone malate.

Però metteteci anche voi del del vostro per non ammalarvi e farci ammalare: la mascherina, assieme al distanziamento sociale, allo stare un po’ più tutti a casa, e al lavarsi frequentemente le mani sono le norme base per evitare di riempire le rianimazioni degli ospedale la chiusura totale.

Silvio Roldi