In occasione delle vacanze estive che si stanno svolgendo in questi giorni, temo la crudele ed abbietta follia di coloro che forse abbandoneranno e non soltanto i propri compagni a quattro zampe per trascorrere qualche giorno senza responsabilità alcuna. Mi torna infatti alla memoria un terribile articolo che mi capitò di leggere lo scorso anno, proprio nel periodo estivo. Mi riferisco alla brutale ed inumana notizia di una cagnolina maltrattata, picchiata e sepolta viva nella spiaggia di O’ahu, nelle Hawaii, con la sola testa fuori dalla sabbia esposta  sole.

Ecco dunque come sovente gli uomini siano bestie indegne degli animali! Individui egoisti e perversi che godono nel sapere e vedere creature deboli ed indifese soffrire e, per un meccanismo distorto, compiaciuti del dolore altrui manco così lo stesso non dovesse più toccare loro.


E, se il fenomeno dell’abbandono è una piaga ad opera di vigliacchi che considerano le altre forme di vita strumenti da usare per il personale sollazzo nei mesi di noia, magari durante l’inverno, perfidia nonché reato ancor più grave è ucciderli – dopo, addirittura, averli persino fino a poco prima sfruttati quali meri oggetti ludici.

Ebbene allora non si può non ritornare, inoltre, con la mente pure alle fake news che non sono di certo mancate in questo funesto 2020. Mentre il mondo intero cercava (e ancora cerca) di far fronte all’emergenza Covid-19, alcuni non hanno trovato nulla di meglio per ingannare il tempo che puntare il dito contro cani e gatti quali portatori del virus. Questi stessi delinquenti, o stupidi che dir si voglia, hanno poi diffuso un infausto allarmismo sollecitando a pulire le zampe dei propri amici quadrupedi con la candeggina, prodotto fortemente irritante e talvolta non di meno lesivo sui cuscinetti plantari. Delle sorta di ustioni, sulla cute, da cui non si può escludere l’insorgere di patologie assai più gravi della dermatite.

Siamo dunque la specie più malvagia che esista sulla Terra, pericolosa e tossica, che si compiace del male diretto contro ogni sembiante di fragile diversità. Una specie che si veste di pretese, ma di eleganza non ne ha nemmeno un po’ ché essa risiede nel modo in cui si trattano le altre creature, giacché è la generosa gratuità la più alta forma di nobiltà.

Giulia Quaranta Provenzano