Ben ritrovati ad un nuovo appuntamento di approfondimento con i mercati, focus dal 20 al 24 luglio 2020.

Anche in questo nostro appuntamento settimanale – come di consueto – inizieremo coll’approfondimento dei mercati, per poi andare ad analizzare le performance dei tali e i fattori che ne hanno influenzato l’andamento. Ci concentreremo, infine, sulle variabili macro-economiche da monitorare.


Settimana molto positiva per i mercati azionari, segni più per tutte le asset class sulle principali piazze finanziarie internazionali [indice GLOBALE, azionari MSCI World +2,2%; indice USA, azionari S&P500 +3,1%; indice EURO, azionari MSCI EURO +1,1%; indice ITA, azionari FTSE MIB +3,1%]. Mercati obbligazionari stabili [indice ITALIA, obbligazionari GOVERNATIVI +1,0%; indice EURO, obbligazionari CORPORATE +0,7%; indice EURO, obbligazionari HIGH YIELD +0,6%; indice USA, obbligazionari GOVERNATIVI +0,1%], così come anche le divise e le commodities [oro +0,8% perf. ultima settimana, +19,8% perf. da inizio anno; petrolio +1,8% perf. ultima settimana, -33,2% perf. da inizio anno].      

E facendo un excursus proprio sul mercato americano, esso è il mercato guida dei mercati finanziari nel 2020. Si era registrato il picco al 19 febbraio con +8,62% per le Azioni USA – S&P 500, ma poi è arrivato il Coronavirus e tutte le piazze finanziarie hanno subito una grossa perdita. Il 23 marzo si è verificato addirittura il -33% dal massimo mentre si è assistito ad un forte periodo di risalita ad aprile, che è seguito pure a maggio e giugno (benché, a giugno, un po’ più laterale) ed è giunto a luglio ad aver quasi recuperato il livello di inizio anno, quindi il +36% dai minimi.

Andando ora a scorrere i principali indicatori della settimana dal 13 al 17 luglio, ricordiamo l’indice ZEW tedesco peggiorato più delle attese a luglio, passando a 59,3 punti dai 63,4 di giugno. I dati su produzione industriale e ordini alle imprese, seppure in miglioramento, hanno segnalato come il riavvio sia più lento di quanto stimato dagli economisti. Le misure di distanziamento sociale presumibilmente continueranno ad impattare negativamente l’attività produttiva altresì nei prossimi mesi e, una seconda ondata di Covid-19 (che al momento non è da escludere) potrebbe provocare un repentino peggioramento dell’outlook. 

Inoltre c’è stata la prima lettura del Pil cinese del secondo trimestre che ha mostrato una crescita del 3,2% a/a, superiore al 2,4% a/a atteso dagli economisti. Il dato ha confermato l’attuale ripresa economica della Cina già mostrata nelle ultime pubblicazioni macro di maggio e giugno. La produzione industriale di giugno è migliorata a livello annuale attestandosi al +4,8%; le vendite al dettaglio si sono contratte nello stesso mese del -1,8% (in miglioramento rispetto a maggio, tuttavia al di sotto delle aspettative di una crescita dello 0,3%).

Come da pronostici, la BCE non ha apportato modifiche alla presente politica monetaria a sostegno dell’economia. La banca centrale ha comunicato di attendere ulteriori segnali della bontà della risposta dell’economia ai programmi già in atto prima di prendere ulteriori decisioni di politica monetaria. Durante la riunione del 16 luglio Christine Lagarde ha comunque manifestato il suo interesse affinché il Consiglio Europeo raggiunga un’intesa per l’approvazione del Next Generation EU.   

Per quanto, inoltre, riguarda le vendite al dettaglio nelle Stati Uniti sono salite più delle attese a giugno, segnando un rialzo del 7,5% m/m, che però risulta inferiore al rimbalzo del 18,2% di maggio. A trainare appunto il rialzo del dato sono quelle categorie che più sono state impattate in negativo dal lockdown, tra cui l’abbigliamento (+105,1% m/m) e le consumazioni nei ristoranti (+20,0% m/m).

La terza settimana di luglio, si tenga a mente, è stata segnata non di meno dal Consiglio Europeo sul piano del Recovery Plan, chiamato anche Next Generation UE: 27 Stati Membri hanno stanziato 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi a fondo perduto. Di questi 750 miliardi, 290 miliardi destinati all’Italia – di cui 82 miliardi a fondo perduto; e tanti di codesti fondi indirizzati a progetti <<green>>, alla sostenibilità.

Per ciò che concerne, infine e più specificatamente, la settimana dal 20-24 luglio, c’è stato lunedì il meeting PBoC ovverosia della banca centrale cinese che ha deciso di mantenere invariato il livello dei tassi di interesse sui prime loan a un anno (3,85%) e a cinque anni (4,65%). La scelta è la medesima di quella evidenziata nelle riunioni delle altre banche centrali della precedente settimana, vale a dire attendere fino a quando non si avrà un quadro più chiaro della ripresa economica e degli effetti delle politiche implementate.

L’indice di fiducia dei consumatori nell’Eurozona  calcolato dalla Commissione Europea è atteso proseguire il trend positivo pure a luglio, passando a 12,0 punti dai 14,7 di giugno. Il dato ad ogni modo dovrebbe rimanere al di sotto della media storica, segnale di un persistere delle difficoltà economiche a causa della pandemia in atto.

Il PMI composito in area euro dovrebbe mostrare a luglio un ulteriore miglioramento a 51,1% punti, dopo il 48,5 di giugno, tornando così al di sopra della soglia dei 50 punti. La crescita dovrebbe riguardare sia il settore manifatturiero (in rialzo a 50,0 punti) sia quello dei servizi (a 51,0 punti), trainata dai dati rassicuranti sulla riduzione dei nuovi contagi e dai continui passi verso un ritorno alla normalità.

In ultimo il PMI manifatturiero americano anch’esso atteso in rialzo, a 51,1 punti a luglio dai precedenti 49,8, nonostante i nuovi picchi di casi positivi al Covid-19 in alcuni Stati. Andamento simile per il settore dei servizi, che dovrebbe passare a 51,0 punti dai 47,9 di giugno, sebbene il comparto sanitario potrebbe mostrare ulteriori rallentamenti per via del continuo peggioramento della situazione sanitaria odierna.

Giulia Quaranta Provenzano