Chi lo ha conosciuto prima della malattia quasi stenta a riconoscerlo oggi: magro e smunto con almeno 10 Kg persi, ma quel che conta è che è finalmente salvo dopo due mesi di ospedale vincendo quel maledetto virus che si è invece portato via il collega Andrea Gastaldo.

Parliamo di Carlo Russo, stimato agente della Polizia Municipale di Tortona, il primo ad ammalarsi ed essere stato ricoverato in ospedale all’inizio di marzo. Ora dopo quasi due mesi e mezzo di calvario tra la vita e la morte, l’altro giorno è rientrato a casa guarito ed è stata una festa.


Ad attenderlo, oltre ai familiari, alcuni colleghi della Polizia Municipale, vicini di casa, ma soprattutto tante persone.

Qualcuno ha anche girato un video che è stato postato sui social e un lettore che lo ha inviato.

Vedere quello che succede nel video è commovente con le sirene che accolgono festosamente Carlo mentre arriva con l’ambulanza e scende visibilmente commosso perché può abbracciare tutti i suoi cari dopo aver temuto di non poterli più vedere.

Scene da stadio in tutta la strada (senza assembramenti però) coi palloncini colorati attorno al palazzo e i vicini di casa tutti ai balconi che applaudono, lo salutano, lo confortano e lo ringraziano per essere ancora vivo.

Un grande mo,mento di festa che getta alle spalle la sofferenza di queste settimane e il fatto che non si saprà mai come ha fatto a prendere il virus. Le Forze dell’ordine come Carlo , infatti, proprio per il lavoro che svolgono sono state tra le persone più esposte e l’infezione che si è diffusa al Comando dei Vigili ne è stata la prova.

Ora però è tutto finito e il filmato è commovente perché si vede Carlo che appena sceso dall’automedica abbraccia la moglie e il figlio tra le sirene che suonano a festa, mentre tutti applaudono per un lungo interminabile minuto.

“Dai Carletto” grida la folla e lui molto commosso replica quasi a bassa voce: “Grazie, grazie a tutti. Scusate ma sono davvero commosso. Grazie, grazie tutti continua a ripetere, non immaginavo un’accoglienza simile.”

Chi scrive conosce Carlo Russo da una vita, lo stima per la sua grande professionalità abbinata ad un senso umano non comune per un vigile urbano e spero mi perdonerà se, per una volta, l’apertura del giornale oggi è dedicata a lui, che non ama apparire, perché i buoni rifuggono i riflettori.

La sua storia di sopravvissuto al Covid, vista la situazione in cui si trovava, però, merita di essere raccontata e merita i riflettori perché è a lieto fine. E’ la vittoria contro questa malattia che ha cambiato la nostra esistenza e che ha ucciso una parte della nostra vita.

La guarigione di Carlo Russo è il simbolo che si può vincere, che si deve lottare fino alla fine e che possiamo farcela.

Oltre ad essere personalmente felice per la tua guarigione, Carlo, io ti ringrazio perché mi hai dato l’opportunità di scrivere queste righe e di lanciare un messaggio positivo a tutti coloro che leggeranno l’articolo, nella speranza e nella consapevolezza che, insieme, possiamo veramente sconfiggere questa piaga.

Angelo Bottiroli