Figlio dell’imprenditore Paolo Avalle è l’unico a non vivere fra il profumo delle essenze arboree Trasgredisce la tradizione per avviarsi alla carriera sportiva divenendo ottimo calciatore, primo centrocampista universale, nella storia del pallone.

Il padre, Paolo, ha abbandonato San Salvatore, luogo in cui è nato verso la fine del 1800 con l’intento di attivare, nel capoluogo, una segheria per il confezionare i cofani mortuari; nel contempo, predisporre le pratiche burocratiche, necessarie per le sepolture; un’importante novità per quei tempi.


E’ il marzo del 1892 quanto, con sette operai, inizia la produzione, in un locale a fianco il giardino di Villa Guerci, giunto all’età di sessantuno anni, è costretto a cedere l’esercizio ai suoi sei figli: Annibale, Edoardo, Ernesto, Carlo, Giovanni e Vittorio: tutti avviati fin dalla più giovane età nell’esercizio paterno.

L’unico a non seguire le orme è Edoardo: preferisce lo sport dedicando la sua abilità nel gioco del calcio

Nato in Alessandria nel 1905 dopo la scuola gioca dapprima  negli spiazzi con i compagni, poi qualcuno nota la perizia con cui si destreggia quando ha il pallone fra i piedi.

La sua innata perizia s’adatta a qualsiasi ruolo, ma è in centro campo ove egregiamente primeggia, tanto da essere chiamato nelle file della Nazionale Italiana.      

Gioca nella prima serie, è in Nazionale fra gli anni 20 e 30, vanta 270 presenze in maglia dell’orsetto grigio, coprendo, nell’ambito della squadra, i ruoli più disparati: ben otto. Edoardo è stato 16 volte in campo con la maglia azzurra, quando il sette aprile del 1929, la nostra Nazionale di Calcio ha giocato ad Atene, affrontando la Grecia, sono state segnate 4 reti, contro una ricevuta.

In campo c’è il nostro concittadino: Edoardo Avalle!

                                                                                           Franco Montaldo