Egregio Direttore,

a cosa dovremo rinunciare la prossima estate?


Sicuramente alle Olimpiadi, che nonostante la tradizione e il prestigio, si sono dovute arrendere all’emergenza sanitaria.

Così, la fiamma Olimpica non si accenderà il prossimo 24 luglio, né la fiaccola percorrerà chilometri e chilometri, passando di mano in mano attraverso nazioni e paesi, fino a raggiungere il Giappone e ardere nel suo braciere durante lo svolgimento dei giochi.

Proprio quel fuoco, che secondo la mitologia greca, fu donato agli uomini da Prometeo, che li voleva più forti, più simili agli dei, quel fuoco magico, quest’ anno resterà spento.

I cerchi olimpici, intrecciati tra loro, simbolo dei cinque continenti e del motto “Citius, Altius, Fortius”, (il più veloce, il più alto, il più forte), stanno gareggiando contro un virus, di poche lettere e un numero: COVID 19, che ad oggi si  è dimostrato essere il più veloce, il più alto, il più forte.

Nella storia dei Giochi, dal lontano Atene 1896, ogni quattro anni, il sogno olimpico non ha mai mancato un appuntamento, tranne durante la prima guerra mondale, che comportò l’annullamento di Berlino 1916, e ancora durante la seconda, che spazzò via Tokyo 1940 e Londra 1944.

Ci mancheranno le Olimpiadi, non tanto per la competizione, quanto per l’eccellenza delle discipline.

Ci mancherà la magia, il sogno, ma non la speranza che il fuoco torni a riaccendersi e che i cinque continenti, uniti, saranno finalmente i vincitori.

E.B- Viguzzolo