Nasce a Quargnento nel 1881 Messo a bottega per imbiancare i muri si destreggia nel tempo libero a pitturare, come altrettanto s’impegna per sbarcare il lunario in veste di pittore non ancora affermato Carlo è giovane, si trova a Valenza a bottega d’un imbianchino, un abito abbandonato relativamente presto per diventare affermato artista. Frequenta l’Accademia di Brera a Milano dal 1911 al 1914 ove incontra notevoli pittori, stringe amicizia con Paplo Picasso, Paul Cezanne, l’alessandrino Angelo Morbelli, accolto di buon grado nella sfera della pittura metafisica nel 1916, dopo aver avuto contatti con Giorgio De Chirico, suo fratello Andrea, soprannominato Alberto Savinio, il teorico di questo nuovo movimento, sorto nel 1910.

L’Ambrosiano, quotidiano milanese di politica cultura, lo scrittura fra i suoi corrispondenti per affidargli la critica dell’esposizioni, Carlo risulta essere una buona penna, nel contempo è stato agevolato per migliorare la propria sensibilità d’artista, con il confronto del proprio stile comparato con quello, per così dire, dei colleghi. I seguaci della corrente figurativa si caratterizzano sostituendo la figura umana con il manichino e, Carrà, ne risente l’influenza nel 1917, dipingendo l’idolo ermafrodito.


Le opere di questo felice periodo, diventano, sotto il suo pennello, un mezzo per riscoprire i valori plastici della figura umana, un amalgama fra fantasia e realtà offrendo una buona opinione fra i collezionisti. Questo è il genio di questo pittore, nostro conterraneo, non per nulla l’esposizione di Valenza del 2014 è stata aperta al pubblico con la denominazione l’antigrazioso: anticamera della metafisica . Carlo, superato questo momento, si dedica al divisionismo, per soffermare l’attenzione verso il futurismo, incoraggiato da Filippo Tommaso Marinetti, l’autore del famoso manifesto, pubblicato da le Figaro del 20 febbraio 1909. La sua pittura tende al plasticismo, ravvisata nelle immagini volumetriche come in Vele nel porto, terminato nel 1923. Ha manifestato uno stile in cui emerge l’essenzialità del soggetto ripreso, una tecnica tutta personale dove nel tratto compare la sua determinazione di pittore

Franco Montaldo