Bisogna ammetterlo: siamo un popolo indisciplinato, incline e non rispettare le regole, a fare come cavolo vuole perché tutti ci sentiamo più furbi degli altri. Siamo un popolo abituato a viaggiare per il mondo e quando non possiamo andare lontano limitiamo solo il nostro raggio d’azione ma siamo sempre in giro a gironzolare in ogni dove dove.

Siamo un popolo gioviale che ama le effusioni, stare l’uno vicino all’altro, stringersi la mano, abbracciarsi, baciarsi.


Queste nostre abitudini che in tempi normali possono essere considerate positive, oggi col Coronavirus sono deleterie e se siamo il primo Paese al mondo per numero di morti da Coronavirus dopo quello della Cina e con un tasso di mortalità praticamente pari ad Hubei e alla regione in cui è natio il Virus, lo si deve anche a queste caratteristiche di noi Italiani, ma soprattutto al fatto che abbiamo sottovalutato gli effetti del virus.

A tutti i livelli: dal più alto nella scala gerarchica cioé da chi comanda, fino all’ultimo dei cittadini che abita in Italia e adesso ne stiamo pagando il prezzo.

Ora che i buoi sono quasi tutti scappati dalla stalla chiudiamo le porte nella speranza di salvare ciò che è rimasto a discapito di un danno economico di proporzioni bibliche che forse, fin da subito, avremmo potuto ridurre se l’informazione e l’attenzione – a tutti i livelli – fosse stata adeguata a quello che stiamo affrontando.

Ora da più parti ci rendiamo contro del grave pericolo che stiamo correndo e l’imperativo é “fermare il virus e restare in casa, uscendo il meno possibile per chi può farlo”.

Per chi scrive sembra di rivedere i tanti film catastrofici degli anni scorsi che ai avremmo pensato potessero diventare realtà, ma è così.

Chi pensa ancora sia allarmismo, o peggio ancora terrorismo mediatico, dia un’occhiata alla mappa che pubblichiamo sopra e che trovate al link https://www.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/bda7594740fd40299423467b48e9ecf6 dove si possono vedere in tempo relate il numero dei morti, quelli dei ricoverati e dei contagiati Paese per Paese e si fermi un attimo a riflettere.

Vero che il tasso di mortalità del Coronavirus è ancora relativamente basso e non arriva al 5% ma questo virus necessita di molti ricoveri e molti posti di terapia intensiva per salvare vite umane e mantenere questo tasso di guarigione, cosa che il sistema sanitario – con questo trend – non può sopportare.

Ecco perché bisogna rallentarlo e l’unico modo per farlo è cambiare abitudini, ridurre i contatti sociali e chi può e non lavora deve restare a casa.

I generi alimentari non mancano e la spesa si può fare, perché il mondo non si ferma, ma dobbiamo rallentare la diffusione del virus

Le drastiche misure adottate dal Governo dopo che nella sola giornata di venerdì ci sono stati ben 1.300 casi positivi, servono a questo e servono per il nostro bene. Anzi, forse rischiano di non essere neppure adeguate perché troppo blande rispetto a quelle adottate in Cina.

Per cui, l’invito di Oggi Cronaca è quello di rispettarle. Noi continueremo a darvi informazioni da fonti ufficiali, ma per un mese (e si spera possa bastare) facciamo il possibile per fermare l’epidemia.

Se vogliamo uscire da questo incubo è l’unica soluzione.

Angelo Bottiroli

La situazione Coronavirus nel Mondo alle 10,30 di lunedì 9 marzo