Quasi 5 mila persone hanno aperto e letto la storia del tortonese di 60 anni che se prende il Coronavirus muore. Una storia che abbiamo pubblicato in QUESTO ARTICOLO il 20 marzo scorso e adesso lui, ha deciso di inviarci un’altra email per raccontarci la sua vita da recluso da quasi un mese, ma soprattutto la sua vita alla finestra, di un uomo che pur non avendo commesso alcun reato, è come fosse agli arresti domiciliari, perché se altri possono uscire a far la spesa, a portare fuori il cane o a fare ginnastica, lui a causa per la sua salute è stato confinato nel suo appartamento.

E’ il racconto di una piccolissima parte di Tortona vista dalla finestra del suo appartamento, e l’evoluzione di una situazione, che vede progressivamente i tortonesi adeguarsi – forse con molto ritardo – all’imperativo di “restare in casa”.


Egregia Redazione,

innanzi tutto vi ringrazio per aver pubblicato il mio scritto. Mi scuso se vi disturbo ancora con una mia seconda email, ma i tanti commenti di solidarietà al mio stato di salute mi hanno indotto a scrivervi per ringraziare tutte le persone che hanno capito la mia situazione.

Pensavo di concludere la mia email con queste poche righe, ma poi leggendo i vari articoli che pubblicate di persone che vanno in giro per Tortona, ho pensato potesse essere utile raccontare, succintamente, quello vedo dalla mia finestra, nella speranza di portare un piccolo contributo.

Racconterò molto brevemente però quello che è successo da domenica 8 marzo, giorno in cui per la prima volta una Regione (la Lombardia) e in 14 province fra cui la nostra di Alessandria, è diventata “Zona Rossa” ed è scattato il “coprifuoco” con le persone hanno perso la libertà di uscire liberamente.

Bene , ci sono volute quasi due settimane per far capire a tanti tortonesi che dovevano rimanere in casa. Soltanto all’inizio di questa terza settimana di restrizioni, ho potuto constatare personalmente che forse la gente sta veramente adeguandosi alla normativa di non uscire.

Parlo basandomi su quello che vedo affacciandomi alle finestre del mio appartamento. Non so se questa ligia osservanza delle disposizioni dipenda dal fatto che la temperatura si è abbassata e i tortonesi sono meno invogliati ad uscire, se sia dovuto ai continui appelli a restare in casa, agli inasprimenti delle misure dettate dal Governo o se effettivamente i tortonesi abbiano compreso la gravità del fatto, ma l’ho notato.

All’inizio le persone uscivano molto di più. Fino a pochi giorni fa vedevo ragazzini in compagnia che passeggiavano ridendo e scherzando uno accanto all’altro come se niente fosse, uomini e donne mano nella mano, persone in bicicletta che chiaramente non andavano né al lavoro, né a fare la spesa né ad assistere qualcuno e non facevano neppure sport perché l’andatura e quella di un giro in bicicletta per svago.

Vedevo la donna che pur di uscire dalla propria abitazione portava piccoli sacchi della spazzatura più volte al giorno così con questa scusa poteva restare di più all’aperto; vedevo persino mamme col passeggino e una donna che si incontrava col proprio uomo: arrivava sul piazzale, accendeva il telefonino e lo chiamava. Lui arrivava puntuale dopo pochi istanti. Accadeva più o meno sempre alla stessa ora.

Poi vedevo tante persone che portavano a spasso il cane: non so da dove arrivassero ma erano davvero tante. la gente, insomma, malgrado i divieti, usciva ugualmente.

Adesso non più, adesso non vedo quasi più nessuno in giro.

La città è sempre più desolata e, per fortuna, da quanto mi sembra guardando il mondo fuori dalla mia finestra, quasi tutti stano veramente in casa come impongono le norme.

TV e computer, adesso, sono diventati gli unici svaghi.

Mi auguro che questa emergenza finisca prima o poi, e spero che molti di noi imparino ad apprezzare di più la vita.

Noi nati dopo la seconda guerra mondiale e abituati ad esser spiriti liberi, abbiamo sempre dato per scontato la nostra libertà e l’abbiamo sempre considerata un diritto acquisto senza darle troppa importanza, ma ora che ci manca, forse, ci rendiamo conto di quanto sia importante.

Un tortonese Doc