Il Festival Taggia in Teatro 2019 si svolgerà all’Anfiteatro del Castello di Taggia, dal 14 luglio al 1° agosto (ore 21:30). In programma quattro serate con artisti di livello nazionale.

Domenica 14 luglio
La Compagnia della Luna di Roma
Marcello Prayer
In Flagrante Delicto
di Francesco Niccolini
Regia: Roberto Aldorasi.

Sabato 20 luglio

Teatro del Banchéro
LB, Luigi Banchéro, una storia d’amore e di coltello
di Gianni Cascone
Adattamento e regia: Giorgia Brusco.


Giovedì 25 luglio
Compagnia Fools di Torino
accompagnati dall’Ensemble Les Rencontres de Nice
Hell, Le Quattro Stagioni dell’Inferno
ovvero L’Inferno di Dante e le 4 Stagioni di Vivaldi

Regia: Luigi Orfeo.

Giovedì 1° agosto
Stivalaccio Teatro / Teatro Stabile del Veneto
Romeo e Giulietta, un amore saltimbanco
Soggetto originale e regia: Marco Zoppello.

Ingresso: 15,00 €
Abbonamento per le 4 serate: 48,00 €

Prevendita : +39 333 282 0196.
Prevendita online su Eventbrite.

www.teatrodelbanchero.it

Taggia e il Festival Taggia in Teatro
La fontana del Brakì

Taggia è la casa del Banchéro, qui oltre 20 anni fa abbiamo mosso i primi passi, qui abbiamo affondato le nostre radici, abbiamo bevuto dal calice che queste pietre colmano quotidianamente con il nettare della storia e della cultura secolari. 

Per il Festival Taggia in Teatro abbiamo deciso di rimarcare il nostro amore per questo luogo, utilizzando ogni anno un’immagine, un particolare, per mettere in evidenza le bellezze, spesso nascoste, di uno dei gioielli più puri del ponente ligure. 

Considerato per importanza il secondo in Liguria dopo Genova, il centro storico di Taggia non è “solo” la Chiesa della Madonna del Canneto, l’ex Chiesa e Convento di Santa Teresa, il Castello, la Chiesa di Santa Maria della Misericordia, il Convento dei Padri Domenicani, Villa Curlo al Ponte, la Chiesa di San Martino, gli oratori di San Fabiano, San Sebastiano e della Santissima Trinità, la chiesa di Santa Lucia, la Basilica della Madonna Miracolosa; non sono “solo” i quadri del Brea, del Canavesio e di De Ferrari, o la strepitosa «L’Adorazione dei Magi» del Parmigianino che si trovano nel convento dei Domenicani, o la statua della Madonna miracolosa, opera dello scultore Salvatore Revelli, che troviamo nella Basilica; non sono “solo” le pareti affrescate da Giovanni Cambiaso che troviamo alla Madonna del Canneto, edificio romanico, già sede di priorato benedettino. Ci sono anche gioielli sconosciuti spesso anche agli stessi tabiesi come la chiesa di San Martino, che appartiene a privati, e soprattutto i monumentali carugi, le strade interne che presentano il tipico tessuto urbano dei borghi liguri.

Per l’edizione 2019 del Festival Taggia in Teatro abbiamo scelto di evidenziare un particolare della fontana del Brakì in piazza Farini.

Nel 1462 gli Anziani del Comune di Taggia e gli “oficiales ad fontes” incaricarono il magister Donato de Lancia della realizzazione di una fontana pubblica nella piazza delle “Confrarie” (Piazza Farini” (Martini, 1948, p.27; Boeri, 1986, pp.85-86; Bperi, 1988, pp.174 e 196). La presenza del lombardo Donato de Lancia, padre dei lapicidi Gasperino e Bartolomeo, a Taggia è documentata a partire dal 1466 (U. Martini, I maestri comacini a Taggia, in “Riv. Ingauna e Intemelia”, n.s. 1947, II, 3-4, p.43). Secondo De negri (1974, p.172) i maestri lombardi sono giunti nella Liguria di Ponente direttamente dalla Valle del Po e nel “Brachì” di Taggia, simile a quello di Isolabona in Val Nervia. Donato de Lancia ripete forme comuni a tutto l’arco alpino occidentale e in Val di Susa. (fonte: https://www.beni-culturali.eu).
Il Castello riposa

Perché un Festival di Teatro professionistico a Taggia, nella nostra provincia? Perché ce lo meritiamo e perché ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di bellezza e di qualità, due cose che spesso mancano nella vita quotidiana, e che possiamo trovare nell’Anfiteatro del Castello di Taggia. Un luogo da poco recuperato e strutturato a gradoni, come i teatri della classicità greca e romana; il posto giusto per raccontare storie e per guardare tutta la valle che di notte, trapuntata di luci, fa da sfondo ai nostri occhi.

Il Castello riposa, durante l’inverno, in attesa. È il cuore della Città, e chi ci entra sente che è suo anche se non ci è mai stato. Strano vero? O forse no. Il Castello è tornato a difendere le persone dagli eventi tempestosi che ci scuotono. Un luogo protetto ma aperto, un posto dove stare insieme, dove condividere un sogno, un racconto, un’emozione. Si chiama cultura ed è l’arma migliore che abbiamo.

In questo sesto anno il Festival Taggia in Teatro 2019 fa ancora un passo avanti, con una formula diversa: quattro serate distribuite nell’arco di tre settimane, dal 14 luglio al 1° agosto nello splendore dell’Anfiteatro del Castello di Taggia. Roma, Torino, Vicenza e Nizza, sono le città lontane dalle quali arrivano gli artisti che animano il Festival.

La Compagnia della Luna di Roma, fondata da Niccolò Piovani, vede il Direttore Artistico del Teatro del Banchéro, Marcello Prayer, impegnato nel ridare vita a Gesualdo da Venosa, il Principe dei Musici ne “In Flagrante delicto” per la regia di Roberto Aldorasi (14 luglio).

Il Teatro del Banchéro, porta in scena un nuovo allestimento di “LB – una storia d’amore e di coltello”, la riscrittura di Gianni Cascone del testo ottocentesco dal quale il nostro teatro prende il nome. Nuovi gli attori e nuova la regia, curata da Giorgia Brusco, per un testo divertente e intenso (20 luglio).

La Compagnia Fools di Torino ci porta all’Inferno, quello dantesco, accompagnati dalle musiche delle quattro stagioni di Vivaldi, abilmente suonate dal sestetto barocco di Nizza Les Rencontres. “Hell – Le stagioni dell’Inferno”, dopo il grande successo al Palazzo Ducale di Genova arriva a Taggia con la regia di Luigi Orfeo, emozionante (25 luglio).

La Compagnia Stivalaccio Teatro di Vicenza propone una divertente rivisitazione di un classico del teatro shakespeariano, Romeo e Giulietta, ovvero l’Amore è Saltimbanco. Tre attori rievocano le atmosfere della Commedia dell’Arte in una pièce ad alto tasso… comico. Con la regia di Marco Zoppello (1 agosto).

Quattro serate di teatro, un momento importante per tutti, cittadini e turisti, che avranno così la possibilità di visitare il nostro bellissimo centro storico in uno dei borghi più belli d’Italia.

Marco Barberis
(Presidente dell’associazione culturale Teatro del Banchéro)

In Flagrante Delictodi Francesco Niccolini.
La Compagnia della Luna di Roma
con Marcello Prayer
musiche e live electronics di Alessandro Grego
regia di Roberto Aldorasi

Il principe, la sposa, il musico e l’assassino.

Sulle tracce di Gesualdo da Venosa. Un lavoro di ricostruzione e ricerca, di verità storica e riproposizione poetica, fra storia, mito e leggenda. Il tentativo di sottrarre all’oblio un personaggio dall’ombra inquietante, pieno di contraddizioni e turbamenti e un tempo, quello tra fine Cinquecento e inizio Seicento, cupo e violento, eppure ricco di scoperte rivoluzionarie.

E, come in un quadro di Caravaggio, tra luce e ombra provare a ricostruire il mosaico: la vita, l’epoca, i sentimenti, la religione, la colpa, il dovere, la forma e la musica. Come in un madrigale, tessere la trama delle mille voci della mente di Gesualdo, la polifonia dissonante della sua coscienza e delle sue passioni, della sua indole e dei suoi doveri, delle sue composizioni sublimi e dei suoi delitti, esplorando il confine tra narrazione e teatro drammatico proprio come, all’inizio del Seicento, la composizione musicale oscillava tra polifonia e monodia, tra la pittura musicale dei testi e la nascita del melodramma.

Sito ufficiale https://www.teatropubblicopugliese.it/spettacolo/in-flagrante-delicto_1763.html

LB, Luigi Banchéro, una storia d’amore e di coltello
di Gianni Cascone
Adattamento e regia: Giorgia Brusco.
Una produzione Teatro del Banchéro, liberamente tratta dal romanzo “Luigi Banchéro“ di Carlo Cagnacci (1875).

con
Alessandro Cirilli
Ambra Ghiglione
Alessandra Pavone
Andrea Bellanova
Giovanni de Mattia
Giovanna Marzuoli

scenografia Marco Barberis
aiuto regia Fiorella Regina

La vicenda di Luigi Banchéro è una storia vera accaduta a Taggia nel 1625 ed è stata protagonista – nei secoli che si sono succeduti – di testi più o meno romanzati, in prosa o in versi, che ne hanno alimentato la leggenda. All’inizio del ‘900 diventò una pièce teatrale con la regia di un giovanissimo Carmine Gallone (che poi si sarebbe dedicato al cinema).
Dopo l’allestimento speciale di tre anni fa, con cui si celebravano i 20 anni del Teatro del Banchéro, che al protagonista di quell’evento deve il proprio nome, e realizzato in collaborazione con il Teatro dell’Albero, LB torna oggi sul palco con un nuovo allestimento, nuovi attori e una nuova regia.

LB, Luigi Banchero è una storia che affonda le radici nella nostra terra, ma è anche una storia che è diventata radice del nostro Teatro. In questo gioco dialettico tra terra e teatro prende le mosse questa messa in scena dove il palcoscenico del teatro è inteso in modo più ampio come quello della vita. Una vita legata alle tradizioni rurali liguri ponentine, dove a fare da padrone è il prodotto tipico per eccellenza: l’oliva. Gli oggetti del lavoro si trasformano in oggetti carichi di simboli, in un gioco molto vicino a quello teatrale ma non teatralizzato, che fanno spontaneamente i bambini quando giocano al “far finta”. La finzione scenica è messa a nudo in un continuo ribaltamento tra l’oggi e un passato evocato e romanzato che non si cela mai nella finzione drammatica. I 6 attori inconsciamente vestono i panni di personaggi che in qualche modo già lì animano proprio perché parte integrante del loro essere. Allora il gioco del teatro diventa un riscoprire, un cercare qualcosa che era solo perduto. Ritrovarsi. Attraverso una complicità fisica molto importante e tratti di irriverenza gli attanti ci trasportano in un seicento quasi farsesco, proprio della volontà di fare sul serio senza prendersi sul serio (Giorgia Brusco).

“E’ la storia di Luigi Banchéro e Rosa Lanfranco – spiega Marco Barberis -due giovani di Taggia che stanno per sposarsi a dispetto delle mire e dei desideri, sulla stessa Rosa, del Marchese Lercari, che è il Podestà. I sei attori che salgono sul palco raccontano una storia drammatica, ma anche da ridere, indicandoci come la società del ‘600 non fosse così diversa dall’Italia di oggi. Con LB abbiamo voluto recuperare un patrimonio culturale di Taggia e del ponente ligure, un testo e una storia che erano dimenticati e a cui, in occasione dei festeggiamenti per i nostri vent’anni, abbiamo voluto dare la valenza che meritano e che oggi riproponiamo con un gruppo di attori usciti dalla nostra scuola”.

Gianni Cascone, drammaturgo, ha scritto un testo nuovo, contemporaneo: “È nata l’idea – spiega – di creare un meccanismo trasparente, à la Brook – modello per me insuperato – in cui il destino di Luigi Banchéro fosse un nucleo intorno a cui evocare la radice storica, celebrare l’arte della finzione scenica e interrogare il presente (grazie al passato) circa le dinamiche del potere e gli squilibri sociali, la manipolazione dell’informazione e della realtà, circa la natura della ‘rappresentazione’ “.

LB Luigi Banchéro, una storia d’amore e di coltello verrà dedicato alla memoria di Giovanni Choukadarian (1968-2018), animatore culturale, giornalista e critico musicale e letterario, visceralmente legato a Taggia e alle sue tradizioni. Una malattia spietata ci ha privato troppo presto della sua presenza, della sua intelligenza, del suo sarcasmo.