Arresto cardiocircolatorio. Così muoiono le persone. Quando si verifica un arresto cardiocircolatorio e necessario rianimare il più presto possibile il cuore e fare in modo che il sangue continui ad affluire al cervello.

Purtroppo, spesso, anche l’intervento tempestivo dei medici del 118 che riescono a rianimare il cuore non da basta, da solo a a salvare il paziente perché funziona solo per quest’ultimo muscolo, il cuore, e rimangono lesioni irreparabili e danni al c’è cervello in quanto perché dopo circa 10-12 minuti senza ossigeno inizia il processo irreversibile di distruzione delle cellule cerebrali.

I tempi medi di arrivo dell’ambulanza del 118 variano da 12 a 25 minuti.

Già soltanto questi dati fanno capire quanto sia breve il lasso di tempo in cui è possibile salvare una vita umana. Ecco perché è importantissimo divulgare una nuova cultura che faccia in modo che chiunque si trovi di fronte a un caso di emergenza sappia cosa fare. E non ci riferiamo solo alla chiamata della 112 che è la prima urgentissima cosa da fare.


E’ infatti mentre si attende l’arrivo dell’ambulanza che è possibile salvare delle vite umane.

Come? In modo molto semplice facendo un massaggio cardiaco o, nei casi più estremi, utilizzare un defibrillatore dei tanti che ci sono sul territorio nazionale.

Non tutti però sono in grado di utilizzare un defibrillatore e anche chi lo sa usare non sa dove si trova, oppure si trova a una distanza eccessiva, per cui anche chi è capace ad utilizzarlo magari non ha il tempo necessario per andare a prenderlo e tornare prima dei 12 fatidici minuti.

Ecco perché è nata un apposita a app gratuita che si può scaricare su tutti telefoni cellulari e quando succede qualcosa si può utilizzarla.

Nel caso in cui il defibrillatore fosse troppo distante o chi utilizza la app non è in grado di usare un defibrillatore ecco che la app spiega in maniera semplice e con le immagini, cosa è possibile fare per cercare di salvare la vita dell’uomo che accusa un arresto cardiaco in attesa dei soccorsi che potrebbero arrivare oltre i 10-12 minuti.

Piccole manovre come un massaggio cardiaco ma con le quali magari è possibile allungare la vita di una persona o addirittura salvarla.

Tutto viene spiegato in questa semplice app che si chiama “Dae Locator” e invitiamo già tutti a scaricarla. Questo progetto è nato già da qualche tempo ma è stato presentato ieri presso la sala Romita del Comune di Tortona.

Sono i primi passi verso ma quella che dovrebbe essere una mappatura generale dei defibrillatori presenti su tutto il territorio nazionale ma, anche, di una nuova cultura che si spera possa nasce nel nostro Paese perché un quarto del morti dei decessi per arresto cardiaco che avvengono in Europa si verificano in Italia e questo malgrado la popolazione italiana sia di gran lunga inferiore ad un quarto della popolazione europea.

Numeri che già erano tali nel 2010 quando i decessi in Italia per arresto cardiaco cardiaco erano 76.000 contro i 300.000 in Europa. Nel 2018 sono scesi a 60.000 contro però i 274 mila in Europa, per sempre un quarto dei decessi che avvengono in Italia.
Perché questo? Come ha spiegato Marco Pappalardo dell’associazione Forminlife, che cura questo importante progetto, il motivo è semplice: perché in Italia manca la cultura della soccorso.

Pappalardo, che é soprattutto un operatore del 118 di Asti, queste cose le ha dette durante la presentazione come detto si è svolta ieri pomeriggio alla presenza del sindaco Federico Chiodi che ha sottolineato come la mappatura dei defibrillatori sia fondamentale. “C’è una diffusione preoccupante delle malattie respiratorie-ha detto Chiodi-e delle malattie legate anche ai problemi cardiaci e questa adesione del Comune di Tortona al progetto è molto importante.”

La parola poi passata al Nadia Biancato che ha sottolineato come la presenza di area cardio protetta sia importante ma soprattutto ha sottolineato come le malattie cardiache colpiscono le persone più insospettabili come ad esempio i calciatori che sono super controllati nelle loro funzioni vitali e dal punto di vista medico e fisico.

Eppure malgrado questo a succede spesso che vengono colti da malattie cardiache anche preoccupanti. “Ecco perché è importante – ha detto Nadia Biancato – diffondere una nuova cultura a livello italiano.”

Il progetto realizzato da Forminlife dovrebbe coinvolgere tutti i comuni infatti la riunione era era diretta soprattutto agli amministratori comunali affinché possono fornire alla loro adesione e la mappatura dei defibrillatori.

Un aspetto molto importante dal punto di vista sociale per il futuro sarà sicuramente la formazione che dovrebbe essere fatta agli insegnanti delle scuole affinché fin dai primi anni dell’età dei bambini, riescano a diffondere la cultura dell’intervento e dell’aiuto in caso qualcuno abbia necessità.

Curiosa alla domanda fatta da Marco Pappalardo (operatore del 118 di Asti e un dirigente dell’associazione forminlife) che ha chiesto a tutti i presenti se conoscesserro il numero di emergenza nazionale e tutti ovviamente hanno risposto 112 (centododici) ma in realtà Pappalardo ha detto che è un numero sbagliato perché il numero dell’emergenza non è questo.

Infatti non è 112 e non si deve dire 112 ma bensì 1-1-2 in modo che anche un bambino in tenera età che si trovi di fronte ad un caso di emergenza o davanti a un genitore colto da un malore può effettuare la telefonata al servizio di emergenza, mentre 112 il bambino non può apprenderlo.

Tutti, ad esempio conoscono il numero di emergenza del Stati uniti perché viene spesso indicato nei film, ma nessuno 911 e tutti lo chiamano con il loro vero nome 9-1-1.