Lottare per riavere il punto nascite a Tortona rappresenta un imperativo per salvare l’Ospedale di Tiortina evitando che in futuro possa fare la fine di quello di Valenza.

Se una soluzione esiste, può essere individuata solo dalla politica e, successivamente, affidata alla cristallina volontà della stessa di portarla avanti.

Chi scrive non è giurista e valutare la possibile retroattività della riforma Madia (varata nel 2015) su un atto amministrativo datato 2013, dovrebbe essere vagliata da un professionista, e dovrebbe farlo principalmente alla luce delle evidenze emerse dopo l’approvazione di tale legge, nonché alla luce del volume di parti cesarei effettuati a Novi Ligure proprio in quell’anno.

Un parametro che potrebbe essere assolutamente al di fuori dei livelli imposti dal Ministero per considerare una struttura “sicura”.

I nuovi fatti sopravvenuti a seguito dell’atto ASL AL datato 2013 sono infatti valutabili unicamente sugli anni a seguire ed alla luce di tali evidenze parrebbe trovare fondatezza la richiesta di nuova valutazione e revisione di tale atto proprio nell’interesse della salute pubblica, che secondo la giurisprudenza va sempre ritenuta preponderante rispetto alla scelta di conservazione dell’atto.

Cosa accadde nel 2013



 Con la D.G.R. 14 Marzo 2013, n. 6-5519, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte il 21/03/ 2013, la giunta Cota inizia un processo di revisione della rete ospedaliera che prevede l’unificazione degli Ospedali di Tortona e Novi Ligure come unica entità operante su due sedi, scegliendo la ripartizione dei reparti in base a criteri che, in certi casi, risultano non solo inspiegabili ma addirittura lesivi di diritti inalienabili e fondamentali per i cittadini.

Viene stabilita la soppressione del punto nascite di Tortona entro il 30/06/2013 a favore di quello di Novi Ligure, scelto come polo unificato delle nascite. Ma con un colpo di mano, l’ASL AL gioca d’anticipo, e l’11 aprile 2013 annuncia che il punto nascite di Tortona chiuderà da lì a soli 19 giorni, il 30 aprile 2013, adottando specifico atto aziendale di applicazione della delibera di Giunta Regionale.

Un trasferimento improvviso e frettoloso, inspiegabilmente avvenuto due settimane prima che diventasse di dominio pubblico il verbale della Commissione tecnica interprovinciale, nel quale veniva espresso il parere formulato da esperti sulla superiorità del Punto nascite di Tortona rispetto a quello di Novi.

Uno spostamento anticipato del punto nascite, in conflitto con il potenziale diritto di ricorrere innanzi al TAR fino al 60° giorno (scadenza dei termini per il ricorso 21/05/2013).

Certo, andrebbe altresì valutato se un atto aziendale (come lo spostamento anticipato) che vada a ledere un diritto inalienabile (come la possibilità di un ricorso) sia soggetto comunque a prescrizione dei termini o rappresenti una eccezione superabile per una esigenza di giustizia, come previsto dall’articolo 37 del Codice di Procedura Amministrativa, dove il giudice può accettare la rimessione nei termini per il cosiddetto “errore scusabile”, in presenza di oggettive ragioni di incertezza su questioni di diritto o di gravi impedimenti di fatto.

La non corretta e non conforme applicazione della norma (lo spostamento del punto nascite da Tortona a Novi Ligure avvenuto con due mesi d’anticipo sul crono programma previsto e prima che scadessero i termini per opporsi tramite ricorso) ha determinato un danno che è emerso solo a distanza di tempo. anche alla luce del documento di valutazione, quella relazione redatta nel novembre 2012 da una commissione tecnica interprovinciale (tra Azienda Ospedaliera di Alessandria, Asl di Asti e Asl di Alessandria) che dopo accurati sopralluoghi nei reparti di Ostetricia e Ginecologia degli ospedali alessandrini e astigiani, è giunta alla conclusione che il punto nascite di Tortona fosse da prediligere rispetto a quello di Novi Ligure per via di diversi parametri di valutazione.

Quel team di esperti, formato da professionisti esterni rispetto alle strutture sia locali che provinciali, ha redatto la Relazione “Visita Ispettiva nei reparti Ostetricia e Ginecologia Pediatria — Neonatologia ASO AL, ASL AL-AT” unitamente ai medici locali dottor Carlo Rinaldi, dottor Fabrizio Racca e dottor Diego Gazzolo, nonché del dottor Vincenzo Castella, che si è appreso abbia comunque partecipato, oltre che alle varie fasi della visita ispettiva, alla stesura del documento in quanto Primario del reparto di Pediatria dell’Ospedale di Tortona.

Il 19 novembre 2012, dopo essersi recati in sopralluogo negli ospedali di Acqui terme, Tortona, Novi Ligure e Casale Monferrato, e dopo aver effettuato accurate valutazioni nei reparti di Ostetricia e Ginecologia, gli esperti sono giunti alla conclusione che l’Ospedale di Tortona “ha due parametri fuorilegge a fronte di Novi che ne ha ben dieci” e che “in considerazione delle note conclusive sopraesposte in merito all’adeguatezza della dotazione tecnologica, strutturale e logistica e, non ultimo, dei costi sostenibili la locazione che risponde a tutti i requisiti per una struttura unica S.C. di Pediatria e neonatologia non può essere che presso il Presidio di Tortona”.

Queste erano (e restano) le condizioni di sicurezza definite dall’indagine del novembre 2012, che può riscontrare chiunque ne abbia interesse, chiedendo un accesso amministrativo agli atti per ottenerne copia.

Sempre nello stesso anno, secondo la relazione “ANDAMENTO GESTIONALE ANNO 2012 –

PROSPETTIVE ANNO 2013” della ASL AL, i dati comparati propendevano nettamente a favore di Tortona.

Anche il volume delle nascite era quasi allineato: 437 nascite su Tortona (di cui 79, il 18%, erano frutto di mamme provenienti da Novi Ligure), contro i 494 nati a Novi Ligure (di cui solo 14 nati da residenti di Tortona, corrispondenti al 3%).

Non è bastato spostare il punto nascite ed i macchinari da Tortona a Novi Ligure per garantire la stessa attrattiva e le stesse condizioni di sicurezza. L’atto aziendale, a nostro avviso, va tassativamente, rivisto.

E a farlo dovranno essere i politici

Annamaria Agosti