Un buon giornalista dovrebbe sempre dissipare le supposizioni facendo po’ di chiarezza, perché capita, nell’era di internet, che i “leoni da tastiera” pensino di fregiarsi del ruolo di “depositario del massimo sapere”, salvo essere, poi, platealmente smentiti dai dati delle fonti ufficiali.

Proprio per questo motivo un professionista, invece, deve analizzare puramente i fatti, lasciando sguazzare nelle proprie convinzioni chi non è in grado di comprendere.

Certo, è auspicabile uno sforzo per cercare di capire la differenza che esiste tra “pubblicato su un giornale” e “scritto su Facebook”.

La differenza è semplice: nel primo caso (cioè per quanto riguarda il giornale) le fonti sono verificate; per il secondo (cioè e parole sparate su Facebook), spesso sono soltanto esternazioni “di pancia” prive di alcun riscontro.

Fatta questa doverosa premessa, l’inchiesta sul Pronto Soccorso di Varzi ha suscitato molte “interpretazioni personali” per distogliere l’attenzione da quello che è, evidentemente, il reale problema: perché l’ospedale di Varzi è stato salvato e potenziato mentre quello di Tortona no?

Argomento che per molti rappresenta una ferita sempre aperta, mentre per altri pare essere un nervo scoperto. Attingendo a fonti non verificate, qualcuno ha affermato che i ricoveri a Varzi sono aumentati perchè il nuovo “primario di Torino ha portato con sé i pazienti”. In realtà, il Primario di Medicina Interna che ha rilasciato l’intervista illustrando i dati con la crescita dell’Ospedale di Varzi non è mai stato a Torino, né ha portato pazienti da lì. Il dottor Vittorio Perfetti è nato a Mantova, si trova a Pavia dal 2003 e ha lavorato quasi esclusivamente al Policlinico San Matteo. Laureato in Medicina e Chirurgia, Perfetti ha acquisito un dottorato in Medicina interna e terapia medica, oltre a una specializzazione in Medicina interna e una in Oncologia. Al Policlinico ha operato nelle divisioni di Medicina interna e Oncologia. (1) Nominato primario tre anni or sono, il suo incarico venne a coincidere con il rilancio della struttura. La Regione Lombardia sbloccò 1 milione e 340 mila euro per lavori all’ospedale, con un programma di interventi per la riqualificazione del Pronto soccorso e l’acquisto di alcune apparecchiature. Un potenziamento delle attività che ha portato alla rivitalizzazione dell’intero ospedale, ribaltando completamente lo scenario che da una ipotesi di chiusura, ventilata solo pochi mesi prima, ha elevato la struttura a un ruolo di riferimento per il territorio, non solo pavese.

Nel seguito della sua intervista, il dottor Perfetti fa rilevare la crescita dei pazienti giunti da località fuori regione (soprattutto dalle province di Torino, Genova, Novara) che sono passati in un solo anno dall’11% al 13%. Un aumento che riguarda anche i ricoveri: su 615 pazienti il 10% arriva da Emilia, Piemonte, Liguria con un’età media di 78 anni. Alla luce di tali evidenze, il primario si dice «convinto che in Lombardia ci siano pochi esempi di ospedali con un reparto di Medicina in grado di trattare un così elevato numero di pazienti extraregionali».

Si tratta di dati ufficiali che non possono essere messi in discussione.

L’incremento dell’attività nell’ospedale di Varzi appare evidente: aumento del 25% di ricoveri per interventi alla cistifellea con miglioramento della tecnica operatoria, dimezzando gli interventi tramite laparotomia e aumentando del 50% quelli con tecnica laparoscopica, aumento del 30% negli interventi per tumore allo stomaco e del 33% per i tumori al colon, mentre rimangono allineati all’anno precedente i problemi tipici dell’età avanzata (frattura del collo del femore, broncopolmonite ostruttiva, scompenso cardiaco).

Da rilevare la presenza di pazienti in età pediatrica per interventi all’appendicite, sia con tecnica laparotomia sia laparoscopica.

Annamaria Agosti



 

(1) http://www.asst-pavia.it/sites/default/files/graduatoria/Dott.%20Perfetti.pdf