Lo studio dell’economia non è, per noi studenti dell’I.I.S. Marconi Carbone di Tortona, una semplice questione di libri ed esercizi e una pièce teatrale, corredata dall’intervento di esperti, è certamente un modo originale e divertente per sviscerare una tra le problematiche più gravi della realtà produttiva ed imprenditoriale del nostro paese: quella della contraffazione. Cosi, giovedì 18 ottobre, le classi 4^AR Amministrazione, Finanza e Marketing e 4^AM Meccanica e Meccatronica si sono recate presso il Teatro Civico di Tortona per assistere ad un evento sul tema, organizzato da Confindustria Alessandria e dal Comune di Tortona, che combinava l’affabulazione teatrale con l’informazione più rigorosa.

Molti i rappresentanti delle istituzioni presenti: la Guardia di Finanza, il Comune di Tortona e la Presidente di Confindustria Piemonte Gabriella Marchioni Bocca, insieme agli studenti in una giornata che ha voluto idealmente unire esperti “sul campo” e giovani generazioni nella tutela delle eccellenze italiane.

Lo spettacolo è stato preceduto da una breve introduzione del Vicesindaco del Comune di Tortona, dott.ssa Marcella Graziano,e dall’intervento dell’imprenditore veneto Paolo Bastianello, responsabile e coordinatore del gruppo “Made In” di Confindustria, principale organizzazione rappresentativa delle imprese manifatturiere e di servizi italiane, che raggruppa più di 140mila imprese.

Il testo di Tiziana Di Masi, intitolato “Tutto quello che vi dirò è falso”, è stato sicuramente un ottimo spunto per fornire dati e informazioni più precisi su un argomento così vasto come la legalità e i mezzi per distinguere il vero dal falso.

L’interprete, in modo ironico e suggestivo, ha spiegato come poter riconoscere   un prodotto di qualità da uno più scadente, mentre l’interprete femminile poneva ripetute domande sulla reale provenienza dei beni e dei servizi che si acquistano quotidianamente, perché spesso, e a nostra completa insaputa, i processi produttivi ed il materiale utilizzato per la fabbricazione di articoli contraffatti o di bassa qualità si rivelano dannosi   per la salute del consumatore.

Al termine dello spettacolo, Maria Lucia Grande, referente di Guala Closures, ha offerto il suo apporto all’incontro ricordando come l’azienda, leader mondiale nella produzione di tappi e chiusure di bottiglie, possieda e gestisca ben cinque poli di ricerca e sviluppo al fine di tutelare il consumatore finale e senza mai trascurare la qualità e la funzionalità del materiale utilizzato.

L’intervento più dettagliato è stato certamente quello fornito da Mario Pinzino, Tenente Colonnello della Guardia di Finanza, corpo dello Stato che, tramite verifiche fiscali a campione, controlli doganali continui e segnalazioni dai consumatori stessi, tutela il mercato dei beni e dei servizi e contrasta la contraffazione in ogni suo aspetto.

Il Tenente Colonnello ha illustrato un esempio classico di contraffazione: quella del marchio. Il marchio è un diritto, rappresentato da un simbolo, da un logo, che distingue i prodotti di un’azienda da quelli di tutte le altre dello stesso settore o di altri; per la contraffazione di questo simbolo è prevista la reclusione fino ai due anni.

La contraffazione alimentare riguarda invece la falsificazione della provenienza, la sofisticazione o l’adulterazione del prodotto, ottenuta, ad esempio, con l’inserimento di una certificazione DOP, DOC o IGP.

In base ai dati statistici del 2016 il fatturato annuo del mercato di contrabbando in Italia si assesta intorno ai sette miliardi, e corrisponde ad una perdita equivalente per lo Stato. Particolare è il caso dell’ Italian Sounding, termine con cui si indica la copia diretta di alcuni alimenti tipici italiani e riconosciuti come tali all’estero. La diffusione di questi articoli, è, per i produttori italiani,   ancora più insidiosa di quella dei prodotti contraffatti, in quanto non punibile legalmente e molto meno rintracciabile. Un esempio per tutti è il “Parmesan”, copia del Parmigiano Reggiano italiano, realizzata, come quella di altre eccellenze nostrane, in Oriente o in paesi come l’Australia.

Lo spettacolo è risultato avvincente ed incisivo e l’autrice ha sapientemente utilizzato l’ironia per catturare l’attenzione del pubblico, fornendo al contempo dati concreti sul fenomeno della contraffazione. Sicuramente si è trattato di una scelta vincente per sensibilizzare noi giovani a tematiche che hanno a che fare con il nostro presente, mentre nel futuro, anche immediato, possiamo proporci come soggetti partecipi nella lotta all’illecito che mina il prestigio e la solidità dell’intero Made in Italy.

Luigi GRILLO – 4^AR Amministrazione, Finanza e Marketing