Viviamo in un mondo allo sbando dove la qualità della vita sembra ogni giorno peggiore.

L’inquinamento è a livelli di guardia: le polveri sono tre volte sopra i limiti di legge e molte città sono avvolte da una cappa grigia sempre meno respirabile. Un mondo che continua a produrre smog, con ciminiere di ogni genere che bruciano persino i rifiuti, sprigionando nell’aria chissà quali sostanze.

Viviamo in un pianeta dove il surriscaldamento globale sta distruggendo i ghiacciai e la foresta amazzonica, riserva d’aria della Terra, sta lentamente scomparendo per fare spazio agli interessi di poche persone senza scrupoli. Un mondo dove fiumi e mari sono ormai al collasso, colmi di rifiuti e scorie di ogni genere, dove anche restare al sole può essere pericoloso perché il buco nell’ozono ha distrutto le nostre protezioni.

Un pianeta squilibrato dove ci sono milioni di persone che muoiono di fame e altrettante obese, un mondo logoro, che sta andando verso l’autodistruzione, con appelli di esperti e scienziati che vengono sistematicamente ignorati, perché catastrofici e contro il potere.

Viviamo in un Paese, l’Italia, dove, in molte zone, le falde sono inquinate, l’acqua del rubinetto è imbevibile e siamo costretti a comperare acqua minerale in bottiglie di plastica proveniente da fonti di montagna dove crediamo (o speriamo) che almeno lì, le falde, non siano contaminate da pesticidi e altre sostanze chimiche, “dimenticandoci” che quest’acqua attraversa mezza Italia a bordo di camion, sotto il sole e il caldo. Così beviamo acqua riscaldata che paghiamo come pura.

Viviamo in un Paese fatto di città spesso rumorose e caotiche, invase da automobili e mezzi di ogni genere, dove la qualità della vita è sempre più bassa e perfino camminare sul marciapiede, in pieno giorno, può essere pericoloso perché rischiamo di essere aggrediti dal teppista di turno o travolti dal pirata della strada che guida ubriaco.

Viviamo in città dove uscire la sera può essere pericoloso, perché drogati, squilibrati, ladri, e altra feccia dell’umanità, ci aggrediscono, ci denudano, ci picchiano, ci violentano e alla fine ci abbandonano a terra, accanto a passanti che fanno finta di nulla perché l’indifferenza e il menefreghismo regnano sovrani.

Viviamo in un Paese di ladri incravattati che vendono merce a prezzi esorbitanti, il doppio, anche il triplo di quanto la pagano; un Paese di falsi Signori, che cercano di “fregarti” e venderti qualsiasi cosa: per strada, al telefono di casa, al cellulare, su internet e pure davanti alle chiese. Persone che vogliono convincerti che il loro prodotto è il migliore e insistono senza tregua.

Viviamo in città dove persino fare la spesa diventa una lotta continua: non puoi fidarti neppure del supermercato sotto casa perché da un giorno all’altro, il prezzo di un prodotto cambia vistosamente e quindi devi stare sempre attento, con occhi aperti ed orecchie alzate. Non solo, ma una volta alla cassa devi controllare minuziosamente lo scontrino perché talvolta, il prezzo che vedi sullo scaffale è diverso da quello che riporta il codice a barre e hai pagato alla cassa.

Viviamo in un Paese dove tutti vendono di tutto, a prezzi diversi e con sbalzi enormi che ti obbligano a districarti fra tariffe di vario genere, a “perdere tempo” per valutare ogni offerta, cercando di essere più furbi del venditore, imparando a leggere tutte le clausole microscopiche, unica possibilità per uscire indenni da un acquisto e senza raggiri.

É un Paese con molti corrotti, dove chi è chiamato a governare spesso antepone l’egoismo e il profitto personale alla moralità; uno Stato dove l’evasione fiscale è sistematica e la Sanità pubblica allo sbando, per cui se hai bisogno di una visita urgente devi ricorrere al privato, pagando cifre esorbitanti, spesso senza neppure fattura, col medico che incassa soldi in “nero” mentre tu, lavoratore dipendente, sei costretto a pagare fino all’ultimo centesimo, con tasse in ogni dove che ti opprimono e ti prosciugano.

Un mondo dove la fiducia è diventata merce rara, per cui è un continuo stare allerta, anche tra le mura domestiche che non sono più sicure, perché ladri, banditi e sbandati entrano in casa e ti derubano portandoti via le cose più care e i ricordi di una vita. Persone che violano la tua intimità, la tua privacy, depredano e distruggono, minando per sempre la tua sicurezza.

Viviamo in una società occidentale dove molti giovani, futuro dell’umanità, ai quali “attaccarsi” per sperare in un mondo migliore, sono menefreghisti, egoisti e impassibili: refrattari a qualsiasi cosa accada. Giovani drogati, ubriaconi, insensibili alle più elementari norme del vivere sociale, sempre alla ricerca di emozioni forti, dello sbando, di sensazioni che possano rendere più viva la loro vita, già schiacciata dalla depressione.

É una società con falsi miti, personaggi, fannulloni e ipocriti che pensano solo a se stessi, fatta di curiosi dove tutti vogliono sapere cosa fanno gli altri, come vive il tuo vicino di casa, il collega di lavoro, l’amico.

Poi ci sono gli invidiosi, che guardano quello che fai, perché lo fai e quando lo fai, cosa mangi, come ti vesti, cosa dici, ma soprattutto quanto possiedi e se sei felice. Persone che vivono la vita degli altri e non la loro, che odiano, deridono, criticano, mettono in cattiva luce e sono pronte a tutto pur di ottenere qualcosa da far invidia agli altri.

Un mondo dove tanti cercano di prevaricare, per accaparrarsi sempre più soldi, più potere e più successo, perché soltanto così – forse – si può essere felici, senza rendersi conto, così facendo, di contribuire a formare una società sempre più allo sbando dove valori come onestà, sincerità e amore sono praticamente scomparsi poiché regna la legge del più forte, del violento e del potente.

Tutto questo ci fa diventare sempre più refrattari al mondo che ci circonda, insensibili e menefreghisti, ci spinge a chiuderci a riccio, per difenderci dal male e dal degrado che vediamo dappertutto.

Così finiamo per pensare sempre e solo a noi stessi, volti alla ricerca di serenità e tranquillità e la reazione alla violenza, ai pericoli e ai malviventi si traduce in una chiusura sempre maggiore verso gli altri. Cerchiamo di rimanere nel nostro orticello, di costruirci il nostro mondo, nella speranza che nessuno ci disturbi, perché solo così crediamo di sopravvivere.

Angelo Bottiroli



Quello che avete appena letto è un capitolo del mio libro “Le Tre scelte della vita”m dal titolo “Visione Catastrofica”