Nei giorni scorsi in cattedrale a Tortona è stata festeggiata la ricorrenza di Sant’Anna, madre di Maria e protettrice della congregazione delle suore fondata in India dalla Serva di Dio Madre Thatipatri Gnanamma.
Attualmente sono presenti in Diocesi cinque di queste suore: tre prestano il loro prezioso servizio nella Casa “Sacro Cuore” di Tortona e due nel Centro “Paolo VI” di Casalnoceto.
Il momento di preghiera e di comunione fraterna è stato occasione di ringraziamento da parte delle religiose. La Santa Messa è stata presieduta dal Vicario Generale mons. Mario Bonati e con lui hanno concelebrato mons. Carlo Curone, direttore della Casa “Sacro Cuore”, don Claudio Baldi parroco del Duomo, don Luigi Quaglini, don Pinuccio Volpara e padre Vittorio Dal Dosso.
Erano presenti anche i sacerdoti anziani della Casa, il personale di servizio, gli amici che frequentano gli ospiti, i rappresentanti degli uffici di Curia e numerosi fedeli.

All’inizio della celebrazione suor Cecilia ha ripercorso brevemente la storia e il carisma della congregazione fondata da Thatipatri Gnanamma il 18 ottobre 1874 a Guntur in India con il sostegno di padre Francis Arokianadhar.
Il 20 dicembre 1892 è stata riconosciuta a livello diocesano e il 13 maggio 1999 ha ottenuto l’autorizzazione ufficiale della Santa Sede. Nel 2015 la fondatrice è stata dichiarata “Serva di Dio”.
La Congregazione, il cui motto è “Lo proclamiamo”, è presente in Diocesi dal 2010, prima nella parrocchia di Lungavilla e poi al Centro “Paolo VI” e in Casa “Sacro Cuore”. Il Vicario, nell’omelia, ha ricordato alle cinque suore indiane – suor Cecilia, suor Prabha, suor Kavitha, suor Anna e suor Jyothi – l’importanza dell’ascolto del Signore che ha scelto la serva di Dio, Madre Thatipatri Gnanamma, per essere annuncio della sua misericordia.

La congregazione è stata affidata proprio a Sant’Anna, “colei che ha educato Maria all’ascolto il cui momento culminante è l’annunciazione dove Maria dialoga con il Signore e accoglie questa parola permettendole di diventare vita”. “Madre Gnanamma – ha proseguito mons. Bonati – ha percepito questa parola che è poi diventata per lei vita concreta e che oggi, attraverso le suore, si traduce nella sensibilità all’ascolto di chi non ha parole o di chi non è ascoltato, cioè le persone più deboli o le persone che hanno maggiormente bisogno di attenzione”.

Il carisma della congregazione è proprio quello di “proclamare Cristo con i gesti e le parole, come comunità di amore, al servizio della Chiesa e dei bisognosi, in assoluta semplicità e piena fiducia in Dio”.
Il Vicario, poi, rivolgendosi alle sorelle indiane ha ricordato loro che “il primo ascolto è quello del prossimo, delle persone che ho vicino e che la vita comunitaria è il primo esercizio di ascolto del Signore, ma anche quello più difficile e impegnativo”.
Dopo le preghiere dei fedeli, le suore hanno offerto all’altare alcuni doni simbolici, accompagnandoli con alcuni passi di danza che sono stati espressione di lode e di preghiera al Signore.
Le suore hanno ringraziato il Vicario Generale, il Direttore della Casa, don Cesare De Paoli e tutti coloro che ogni giorno dimostrano attenzione e amicizia nei loro confronti, accogliendole con affetto. Dopo la foto di gruppo, è seguito il momento conviviale con tutti i presenti.

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