Giuseppe Vidimari ha trovato, dopo differenti esperimenti, un modo nuovo per presentare la sua pittura. Combina tratto, colore, musica, in un’unica armoniosa vena, volta alla migliore rappresentazione della natura per arrivare alla corrente artistica del Dimensionismo laddove, secondo il suo pensiero, ricava l’oggetto dell’esposizione … trovando la materia libera si compie una ricerca priva di obiettivi precostituiti, il processo artistico prevale sulla finalizzazione della sperimentazione dimensionata.

Tre elementi spontanei, tre elementi combinati dall’uomo, tre elementi concentrati con la forza di formare l’arte più libera.

Ecco quanto Giuseppe Vidimari intende proporre al suo pubblico.

Il tratto è il semplice segno, tracciato con un mezzo qualsiasi. Eppure ha le sue forme, a volte racchiuse, definite; a volte aperte, quasi un invito a continuare, imponendo la sua mano, prima con l’istinto, poi con il gusto, lasciando il giusto spazio alla fantasia dell’osservatore. E più questo è dotato di creatività, più s’intravedono figure, forse le più impensate o, meglio pensate, anzi lasciate pensare dallo spirito di ciascuno.

Il DIR vuole, il termine tratto, derivato dal verbo trarre, da cui deriva tratteggiare, specificando, qualche riga più sotto: tirare qualcosa in modo che lasci un segno. E questa è proprio la definizione giusta, giusta, non è azzardato dire, la più confacente allo stile di Giuseppe Vidimari.

Il colore è il secondo elemento impiegato dal nostro artista. E’ l’elemento non indispensabile come il segno, seppure sia sempre un componente forte, nel campo della sua specifica arte. E’ il riempitivo, più difficile da trattare, perché segue delle perfette regole, diversamente dal segno, il quale deve essere spontaneo e, la sua forza è nella spontaneità, non nella ricercatezza. Il cromatismo, per un certo verso, può essere libero, dalle norme naturali, può seguire il volere dell’artista;  se posto accanto ad un colore nemico, non sempre nasce l’armonia. Il contrasto non è facile, si lascia trattare solamente da un occhio esperto, quasi avesse una sottile vena di nobiltà.

La musica, definita con maggior attenzione, l’arte dei suoni: la musica senza una melodia, un filo conduttore si arresta, quasi come il tratto, esaminato nella prima parte di questa presentazione.

Ma la musica non è tale se priva di quelle norme scritte dall’armonia,  scienza ricercata dai più grandi compositori di ogni tempo, tramandata con le sue leggi a noi. E’ esattamente paragonabile al colore, libero; fino ad un certo segno, oltre il quale diventa rumore o, peggio stridore.

E per concludere – IL SUONO – è l’elemento della terna atto a raggruppare IL TRATTO ed IL COLORE.

                                                                                                  Franco Montaldo