Nell’ex oratorio Santa Chiara, Caritas Alessandria e Associazione Opere di Giustizia e Carità hanno raccontato “le opere segno” attraverso le quali tendono la mano alle persone in difficoltà


Un incontro pubblico, quello scelto da Caritas Alessandria – e dall’associazione che ne costituisce il “braccio operativo” Opere di Giustizia e Carità onlus, per raccontare l’attività e i servizi con cui l’organo pastorale della Diocesi porge la mano agli ultimi.
Ad accogliere i partecipanti all’incontro, spiegando l’approccio della Diocesi alla trasparenza, è stato il Vescovo di Alessandria, Mons. Guido Gallese: “Vorrei iniziare citando il Vangelo che dice “…non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra…”. Il Vangelo ci insegna il valore della segretezza del gesto caritatevole poiché quel gesto sarà ricompensato dal nostro Padre, che vede nel segreto. Tuttavia, lasciar vedere ciò che facciamo consente di portare la testimonianza della quotidianità che si vive come Caritas nel rapporto con la popolazione che chiede aiuto. Cerchiamo, dunque, di farlo con discrezione e molta convinzione”.
Mons. Gallese ha anche sottolineato l’importanza del gesto di carità “Il nostro modo di rapportarci alle persone che hanno bisogno non è semplicemente il frutto di una constatazione di necessità alle quali cerchiamo di dare risposta, c’è anche il comando di Gesù. Gesù ci chiede di compiere carità e ci da una grazia speciale per farlo”.
E non è mancato un sentito ringraziamento a tutti coloro che si spendono per aiutare gli ultimi: “Ringrazio il Signore e ringrazio tutti per questa passione per l’uomo che è una bellissima notizia per il mondo di oggi”.
Per l’introduzione ai dati del Report, la parola è passata al Delegato Vescovile Mons. Massimo Marasini: “Chi opera in Caritas vive l’urgente premura di una Chiesa “ospedale da campo” dove sono necessari pochi rapidi gesti di competente azione sociale per evitare derive e degradi personali spesso irreversibili. Quel “toccare la carne del povero” auspicata dal Papa oggi diventa centro d’ascolto, dormitorio, aiuto sanitario, laddove le persone intrecciano relazioni umane attente non solo ai bisogni ma soprattutto alle persone e alle loro storie.
Dietro ai numerosi dati riportati Report 2017 è possibile scorgere tante belle anime che si donano gratuitamente agli altri nella quotidiana fatica dell’ascolto e della risposta ai vari bisogni del povero; inoltre viene documentato il lavoro degli operatori che, terminata la giornata, continuano
a portarsi a casa sentimenti e premure verso i loro assistiti e si rende noto infine con riconoscenza l’esistenza di una società civile e istituzionale attenta a tali esigenze”.
“Con questo documento – ha proseguito Giampaolo Mortara, direttore di Caritas Alessandria – abbiamo cercato di fotografare ciò che viviamo quotidianamente, le storie di vita che ogni giorno i volontari, gli operatori incontrano, le persone che accompagnano, con le quali si ragiona insieme e si cercano strade e percorsi per uscire dalle situazioni di precariato. Condividiamo questo percorso di difficoltà anche con gli enti e le Istituzioni che lavorano sul nostro territorio perché riteniamo che il “fare rete” sia uno dei nodi che consentono di offrire alla persona soluzioni concrete”.
“Il dato degli accessi al Centro di Ascolto del 2017 – ha aggiunto Mortara – evidenzia soprattutto quali sono state le difficoltà e le fatiche. A volte i percorsi finiscono in successi, a volte in insuccessi, a volte in incomprensioni. Nel 2017 i primi ascolti sono stati circa 262, un dato decisamente in calo rispetto agli anni precedente. Il problema, tuttavia, resta… diminuiscono i nuovi accessi ma la situazione delle persone in difficoltà si cronicizza e si estremizza”.
Nell’illustrare i dati relativi a ciascun servizio, Mortara ha concluso “Anche se la povertà si presenta sotto nuove forme le risposte a cui siamo sollecitati sono quelle ai bisogni primari della persona. E lo facciamo con la mensa, i dormitori, la distribuzione degli alimenti e del vestiario, l’ambulatorio medico “Nessuno Escluso”.
Roberto Massaro, presidente dell’associazione Opere di Giustizia e Carità onlus, ha spiegato qual è il legame tra i due organismi: “L’Associazione si fa carico della gestione ordinaria e costituisce il lato operativo di Caritas Alessandria”.
E per spiegare che cosa ha mosso la realizzazione del Report 2017 ha raccontato la fiaba del Colibrì e dell’incendio nel bosco, “a significare che non vogliamo con questo documento decantare la nostra bravura ma semplicemente dire “stiamo facendo la nostra parte”. E lo facciamo per la fedeltà nei confronti del Vangelo e della nostra Costituzione che all’articolo 3 riporta “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione…”.
A noi non interessa quale sia la provenienza di ciascuno, laddove c’è un uomo o una donna che soffre, noi siamo lì presenti e cerchiamo di dare una risposta positiva a questa necessità”.
“Credo che una città come Alessandria non possa permettersi di non avere servizi essenziali come la mensa, i dormitori, luoghi dove potersi lavare, in cui trovare degli indumenti. L’imprescindibilità di questi servizi è evidente non solo a noi, ma anche agli enti pubblici, che costantemente ci sostengono, e a tutti quelle realtà che lavorano in partnership con noi.
Dobbiamo ringraziarle tutte, ringraziare tutti quelli che collaborano con noi durante l’anno e che ci sostengono, e tutti i volontari che svolgono un servizio insostituibile, i nostri dipendenti che garantiscono professionalità e un rapporto con le persone che accogliamo di qualità e i membri del consiglio che con me condividono questa responsabilità. Ritornando a quella fiaba, insomma, credo se ciascuno fa qualcosa, tutti insieme possiamo fare molto”.
Ai ringraziamenti si è unita anche la Prefetta di Alessandria Dott.ssa Romilda Tafuri: “Ci tenevo ad essere qui, non solo per l’obbligo istituzionale ma anche per il piacere di partecipare a questo momento di condivisione di un’attività attenta, premurosa e silenziosa.  Il fatto che questo report venga presentato pubblicamente è un segno importante perché comunicare significa anche sfatare i pregiudizi ed incitare a venire incontro.
Purtroppo i bisogni sono molti e la risposta, anche se volenterosa, non è mai sufficiente ma dobbiamo continuare a condividere l’obiettivo del bene comune, rivolto indubbiamente alle fasce deboli della popolazione.
Lavorando insieme ed esplicitando che cosa ci muove, si compiono dei piccoli passi e si ottengono dei risultati.”