Domenica 22 le ragazze ed i ragazzi del gruppo di Alpinismo Giovanile del C.A.I. di Novi hanno preso parte ad una gita organizzata dal gruppo sezionale di Alpinismo per affrontare la splendida e panoramica via “Ferrata dei Picasass” che si sviluppa sopra l’abitato di Baveno sul Lago Maggiore.
La via ferrata è un itinerario che conduce l’alpinista su pareti rocciose, su aeree creste e cenge, preventivamente attrezzate con funi e scale senza le quali il procedere costituirebbe una vera e propria arrampicata. Richiede adeguata preparazione ed idonea attrezzatura quale: casco, imbragatura, longe con dissipatore d’energia, guanti da ferrata e scarpe da montagna.
La ferrata dei Picasass è molto verticale ed esposta ma non presenta difficoltà elevate tranne una splendida cengetta strapiombante a circa 1/3 del percorso e il ponte tibetano alla fine. La ferrata inizia subito ben verticale, con staffe ma anche qualche sostegno naturale. Esposizione sempre abbastanza sostenuta ma nessun punto critico. Qualche traverso esposto, sempre affrontabile con sicurezza fa tirare il fiato. A circa un terzo del percorso giungiamo in vista della cengia strapiombante, un bellissimo terrazzino che “butta fuori”completamente esposto nel vuoto. E’ forse il punto più bello della ferrata, da affrontare con cautela ma con sicurezza, abbassando i piedi sul gradino più basso per evitare di piegarsi troppo. Aggirato lo spigolo si trova la scala che risale il versante opposto. Qui comincia un susseguirsi di placche verticali o comunque con pendenza elevata e spesso da salire in aderenza aiutandosi con la catena. Alcuni cambi sono “volanti” e ci si deve servire delle staffe o della destrezza. Il panorama sul golfo di Verbania, sulle Isole Borromee, e sulla parte finale della Valdossola, compresa la selvaggia Valgrande è semplicemente sublime. Si giunge ad un pianoro a circa due terzi del percorso dove il CAI ha posto un quadernetto dove registrare il proprio passaggio. Di li si risale di nuovo, questa volta con esposizione minore, si fa un filo di cresta ma sempre in sicurezza e finalmente si giunge verso la fine. Qui si puo andare a destra direttamente al Monte Camoscio o a sinistra ed affrontare il ponte tibetano, di quelli lunghi monofilo per i piedi, quindi da fare in laterale. Poco sopra si giunge alla croce di vetta del Monte Camoscio.
Il nome della ferrata “Picasass” è stato scelto in onore di tutte quelle persone, i picasass appunto che fin dal ‘800 hanno lavorato all’estrazione e alla lavorazione del famoso granito rosa delle cave di Baveno. La ferrata offre lungo tutto l’itinerario un panorama eccezionale sul Lago Maggiore, le isole Borromee e sulle montagne che circondano il Lago stesso.

Tutte le foto sulla pagina Facebook “Alpinismo Giovanile – C.A.I. Novi Ligure”

Maurizio Priano