Non riguarda la nostra zona di diffusione ma la vicina provincia di Asti  e siccome Oggi Cronaca sta SEMPRE  dalla parte della Polizia lo scriviamop.

 Giovedì 15 febbraio 2018, alle ore 16,30 circa, nella rotonda del secondo piano delle sezioni A2 – B2 dove sono ristretti detenuti sottoposti al regime di “Alta Sicurezza”, di nazionalità italiana, due ergastolani e l’altro con fine pena 2036, all’improvviso e senza apparente motivo, si scagliavano con violenza contro i due poliziotti che stavano espletando colà attività di servizio. A seguito dell’aggressione i poliziotti sono stati accompagnati al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Asti per le dovute cure.

A denunciare l’episodio è il Segretario Generale dell’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) Leo Beneduci che dichiara.

“Quanto avvenuto ad Asti è la riprova della riprova del fallimento dell’attuale politica penitenziaria in cui a fronte dell’incapacità dei vertici nazionali e regionali dell’amministrazione penitenziaria nel rendere concreto un servizio legato al trattamento dei soggetti reclusi assolutamente non disgiunto dalla sicurezza delle infrastrutture penitenziarie a farne le spese restano quei poliziotti penitenziari che continuano indefessamente a sacrificare la propria vita al servizio della legalità e della collettività.

 

Peraltro, mai come in quest’ultimo periodo – conclude Beneduci – oltre agli infiniti episodi di violenza nel distretto penitenziario del Piemonte si è dovuta constatare l’inconsistente azione di un Provveditore Regionale dell’amministrazione che permane nella mera osservazione di eventi di indescrivibile gravità sia per la sicurezza e sia per le incolumità fisiche interne agli istituti penitenziarie nonché per le condizioni di vivibilità della collettività legate al reingresso nella società di detenuti assolutamente non recuperati, senza assumere qualsivoglia debita iniziativa. Alla politica quindi le decisioni rispetto ad una dirigenza penitenziaria che non appare da tempo in grado di assolvere ai propri obblighi istituzionali nonché la richiesta di riconoscimento della professionalità e dell’abnegazione espresse dai poliziotti penitenziari, pochi, mal retribuiti e persino malvestiti”.