Poche decine di persone si sono radunate nella giornata di ieri, sabato 24 febbraio, sotto i portici di piazza Duomo a Tortona con chitarre, microfoni e striscioni antirazzisti per ribadire che Tortona è una città antifascista.

Non conosciamo le persone che hanno organizzato questa manifestazione né gli intendimenti che l’hanno animata, ma di certo gli organizzatori che si professano “liberi” e “democratici” forse tanto democratici non lo sono, visto che Oggi Cronaca, il giornale più letto in assoluto a Tortona, con oltre 200 mila visite al mese (e nessuno fa questi numeri),  non è stato informato che era stata organizzata questa manifestazione.

Detto questo, visto che la manifestazione comunque c’è stata e noi come giornalisti LIBERI intendiamo comunque riportare questo fatto di cronaca, cerchiamo di dare delle risposte ad una manifestazione che mai, a memoria d’uomo, è stata organizzata negli ultimi 50 anni.

Lo facciamo cercando di capire perché un pugno di persone si siano sentite talmente minacciate nella propria libertà da scendere addirittura in piazza per ribadire che Tortona è antifascista, quando il fascismo, di fatto, non esiste più.

Qualcuno dice che la manifestazione antifascista era stata allestita in risposta al blitz della settimana precedente dei giovani di “Azione Tortona” che avevano allontanato i parcheggiatori abusivi dalle piazze Milano e Duomo.

Vero che “Azione Tortona” è vicina a Casapound che è un partito di estrema destra, ma l’intervento di sabato è stato fatto come associazione e non come partito, e i giovani sono scesi in piazza con le magliette di Azione Tortona e non come Casapound.

Vero che poi, nel Comunicato stampa inviato ai giornali, Azione Tortona ha cercato di inserire l’aspetto partitico che noi abbiamo regolarmente tagliato, ma l’allontanamento dei parcheggiatori – a nostro avviso – rientrava nelle tante azioni dimostrative che questi giovani, chiaramente di destra, stanno facendo, come la raccolta alimentari per bambini del Cottolengo e tante altre.

Se “Tortona Antifascista” avesse voluto fare qualcosa per ribadire la propria contrarietà ad un certo razzismo (che purtroppo è vero esiste anche a Tortona come in molte altre città del mondo ma fa parte della natura umana) secondo noi avrebbe dovuto gridare a gran voce: sì ai parcheggiatori abusivi, sì ai mendicanti, sì a tutte le persone che chiedono l’elemosina, sì all’invasione di stranieri, sì ai barconi che trasportano “poveracci” che si vendono tutto e pagano 3 mila euro o più per salire sui quei barconi e dire chiaramente che questa è l’Italia che vogliamo.

Tortona antifascista avrebbe dovuto, a nostro avviso, manifestare dicendo chiaramente cosa pensa quando si vedono donne straniere ben vestite, con le unghie smaltate di fresco, lo smartphone di ultima generazione e una nidiata di figli al seguito, recarsi all’ufficio postale per chiedere l’accredito dei soldi per il buono bebé, il buono gas, la carta acquisti e tanti altri benefit tutti pagati dallo Stato, mentre molte donne italiane a quell’ora lavorano, costrette a salire su un mezzo pubblico per recarsi chissà dove pagate al massimo mille euro al mese.

Tortona antifascista dovrebbe interrogarsi sul fatto che in via Emilia si vedono giovani di colore che passeggiano ben vestiti con lo smartphone in mano ad ogni ora del giorno; giovani che bighellonano perché non sanno cosa fare: mantenuti a nostre spese dalle cooperative che prendono 35 euro a giorno (di cui ad ognuno di loro 2 euro per le spese personali) mentre i giovani italiani sono disperatamente alla ricerca di un lavoro e sono costretti ad andare all’estero per trovarlo.

Ecco questa è la realtà della nostra Italia. Una realtà che gli organizzatori della manifestazione di Sabato sembrano non vedere, preoccupati solo dalla paura che il fascismo possa ritornare.

Noi non crediamo che chi cerca giustizia e chi chiede parità per gli italiani sia un fascista, ma semplicemente qualcuno che chiede equità, stesso trattamento, democrazia e diritti uguali per tutti. Cioé i valori che avevano animato il socialismo post seconda guerra mondiale.

Siamo arrivati al punto che con la scusa del (falso) buonismo, si aiutano di più gli stranieri che gli italiani e questo non va bene, così come non va bene che quei “pochi” che lavorano siano vessati dalle tasse per pagare (anche) i poveracci che scappano dal loro Paese. E’ giusto aiutarli, ma c’è un limite che non si può superare.

Questo è il nostro pensiero.

Se poi volete considerarci di parte, di destra o razzisti, fate voi. A noi non interessa: noi scriviamo la realtà dei fatti e se ritenete che siamo razzisti, chi se ne frega: se questo è il prezzo da pagare per raccontare la verità lo paghiamo volentieri. Non saranno certo poche sparute persone a mettere in discussione la nostra identità di giornale libero: non antirazzista, non antifascista, né anticomunista, perché noi non siamo contro ma “per”.

E sempre e solo dalla parte della gente, della verità e del buon senso. Quello che questa società sembra aver perduto.

Angelo Bottiroli – Direttore di Oggi Cronaca