Nella seduta svoltasi ieri sera, lunedì 19 febbraio 2018, il Consiglio Comunale ha preso in esame la richiesta di modifica del D.U.P. (Documento Unico di Programmazione), per la partecipazione del Comune di Novi Ligure al bando indetto dal Ministero dell’Interno relativo ai contributi per la realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza di edifici e del territorio

L’Assessore ai Lavori Pubblici, Felicia Broda, ha preso la parola, spiegando che l’Amministrazione ha stillato una lista per un totale di 5 milioni 200 mila euro (stima sommaria).

Ha poi illustrato le opere pubbliche relativamente alle quali si ritiene chiedere il finanziamento: Palazzo Dellepiane 800 mila euro (messa in sicurezza dell’edificio storico per la realizzazione di uffici pubblici del Comune); Portici (ex Porta Pozzolo) 200 mila euro; immobile storico di proprietà comunale denominato “Ex Cavallerizza” 400 mila euro; Palazzo Pallavicini      350 mila euro; consolidamento statico delle mura medioevali di Corso Piave 350 mila euro; ex Istituto scolastico Oneto 450 mila euro (messa in sicurezza dell’edificio storico); immobile di proprietà comunale adibito ad edilizia sociale in Via Paolo Da Novi 150 mila euro; interventi per la messa in sicurezza del territorio 2 milioni 500 mila euro (regimazione delle acque meteoriche di ruscellamento della collina, insistente nel Bacino orografico di Monterotondo di Gavi e della zona collinare di Novi Ligure, e relativo convogliamento a valle del concentrico del Comune di Novi Ligure nel ricettore finale costituito dal collettore fognario denominato Gazzo).

L’istanza ha ottenuto 10 voti favorevoli (tutta la maggioranza) e 3 contrari (i Consiglieri Porta, Gallo e Zippo).

La seduta si è conclusa con la votazione in merito al recesso dalla Fondazione Slala sistema logistico del Nord-Ovest d’Italia, che ha visto tutti favorevoli all’unanimità.

Il Sindaco, Rocchino Muliere, ha brevemente motivato la decisione: «Uscire da Slala crediamo sia una scelta di buona amministrazione, seppur con rammarico, dal momento che la nostra volontà sarebbe stata quella di rimanere all’interno della Fondazione, ma viste le numerose criticità è ormai inevitabile. Ciò nonostante, sarà nostra premura sollecitare iniziative continue che mirino allo sviluppo del territorio, con l’obiettivo di riutilizzare lo scalo merci ferroviario di San Bovo».