Una vera e propria confessione pubblica di un uomo straordinario che non è solo un sacerdote, ma molto, molto di più.

Stiamo parlando del Vescovo di Tortona Vittorio Viola che ha messo a nudo se stesso nell’incontro con gli studenti che si è svolto al liceo “Amaldi” di Novi Ligure.

Qui ha risposto a tutte le domande che i ragazzi gli hanno posto con grande disponibilità, con un sorriso aperto ed accattivante, con parole semplici ed in maniera semplice ha illustrato cosa è la povertà dei Paesi del mondo.

Gli hanno chiesto di tutto: da come e perché è diventato vescovo ai film ed agli sport che preferisce, da come impiega il suo tempo libero a quanto difficile è stato per lui lasciare la casa paterna ed i propri amici per andare ad Assisi.

Lui ha risposto che è vescovo di Tortona da tre anni ed è nativo di un paese del Biellese; gli piace leggere, mantenersi informato ma per la sua “professione” ogni giorno legge la Bibbia ed il Vangelo (“si scoprono sempre cose nuove, si provano sempre sensazioni ed emozioni diverse”); se non avesse abbracciato la carriera ecclesiastica gli sarebbe piaciuto diventare capitano di una nave ma si era già iscritto alla facoltà di Medicina e quindi probabilmente sarebbe diventato un dottore.

E, qui, il primo precetto: “E’ fondamentale che una persona compia una scelta con la consapevolezza che quella segnerà tutta la sua vita e che, quindi, tramite quella scelta, possa effettivamente realizzarsi sia nel mondo del lavoro che come persona. Deve essere una scelta che da felicità.”

Quindi ha spiegato: “Ero iscritto alla facoltà di Medicina quando feci un viaggio ad Assisi. Qui conobbi i frati francescani, rimasi stupito dal fatto che tante persone erano felici pur avendo lasciato tutto della loro vita materiale. Rimasi affascinato dalla semplicità del loro stile di vita. Vidi come erano sempre disponibili verso gli altri. Cominciai a chiedermi se quella non fosse la vita che avevo sempre desiderato per me stesso, quella che mi avrebbe dato la felicità.”

Quindi la confessione: “Non è stata una scelta facile, non avevo nemmeno vent’anni, si trattava di lasciare il proprio ambiente familiare, i propri amici, la propria vita per abbracciarne una completamente sconosciuta. Sarei dovuto andare ad Assisi, verso questa nuova vita, con un amico che inizialmente aveva l’intenzione  di fare la stessa scelta e che poi, invece, ha rinunciato. Mi ritrovai da solo. E mi ricordo che scesi alla stazione di Bologna per cambiare treno e prendere quello che mi avrebbe condotto ad Assisi e quel treno che avrei dovuto prendere era in ritardo di un’ora. In quel frattempo passarono molti treni che andavano verso Milano, che mi avrebbero riportato a casa. In quell’ora vidi tutta la mia vita passata, mi chiesi se stavo facendo la scelta giusta, mi domandai se quella scelta mi avrebbe procurato la felicità. Pensai che si, sarebbe stata la scelta giusta e adesso, a distanza di tempo, confesso che, ne avessi l’occasione, la rifarei.”

Quindi l’invito a non pensare solo a se stessi ma anche agli altri, ad essere aperti e disponibili verso le altre persone ed affermando che non  si può essere insensibili verso le tante ingiustizie presenti nel mondo.

“Parliamo della distribuzione delle risorse nel mondo: c’è l’1% della popolazione che ne detiene oltre il 50% ed il 20% ne ha il 45%. Rimane il 79% che ne ha a disposizione solo il 5%. Cosa significa?”

E qui un esempio concreto, facile, intuitivo. “Mettete che avete a disposizione cento panini. Un vostro compagno decide che il 50% di questi panini è di sua proprietà. Ne rimangono cinquanta per il 99% dei ragazzi: mezzo panino a testa può ancora essere accettabile. Ma venti ragazzi affermano che 45 panini sono di loro proprietà. Ne rimangono solo cinque per settantanove ragazzi. Come è possibile dividere cinque soli panini per settantanove ragazzi? Ed ecco quindi che costoro vogliono impossessarsi dei panini reclamati dagli altri e che questi altri, per difendersi, si armano. Non sarebbe stato più semplice, più bello, senza ricorrere alle violenze ed alle armi per difendere quello che, ingiustamente, si detiene, distribuire equamente quei cento panini fra tutti i ragazzi, con ognuno di questi ragazzi che ne avrebbe avuto uno?”

Maurizio Priano