Alessandro Torlasco, direttore della casa editrice tortonese “Pavone edizioni” sabato pomeriggio a Palazzo Guidobono ha presentato il libro “I secondi piatti alessandrini” intervistandone l’autore, il gastronomo Luigi Bruni.

La presentazione si è svolta nell’ambito della rassegna “Assaggia Tortona” ed è stata interessante l’autore – che cura una rubrica domenicale gastronomica sul quotidiano “La stampa” – ha spiegato la difficoltà a recuperare le ricette di un tempo.

“I piatti di una volta – ha detto Bruni sollecitato da Torlasco – non ci sono più perché col tempo abbiamo cambiato i prodotti, inoltre c’è un aspetto che molti non sanno: cuochi e gastronomi spesso mentono sulle origini di un piatto. A volte si crede che sia stato creato in un determinato luogo ma se si va a verificare le fonti, non è poi così certo, così come non è affatto certa la composizione dei piatti medioevali che oggi vengono riproposti in pompa magna. Non erano affatto così perché trovare fonti attendibili è molto difficile. Inoltre gli ingredienti sono cambiati.”

Bruni ha poi parlato della cucina locale, influenzata nel corso degli ultimi decenni dalle migrazioni: “Prima i veneti, arrivati qui in seguito all’alluvione del Polesine, poi i meridionali giunti a causa dello sviluppo industriale e più recentemente gli stranieri. La cucina si mischia, si contamina, si arricchisce. Non mi stupirei che fra cinquant’anni qualcuno scrivesse un libro di cucina  parlando del kebab alessandrino.”

Abbiamo chiesto all’autore del libro, quali sono, secondo lui i piatti nati a Tortona e lui non ha avuto dubbi: l’aià (un famoso piatto realizzato con l’aglio) e gli agnolotti alla tortonese. Questi ultimi non tanto per gli agnolotti che non sono certo nati a Tortona, ma per la ricetta con cui vengono cucinati.

Il libro “I secondi piatti alessandrini” che fa seguito a quello dei primi piatti pubblicato lo scorso anno è in vendita in tutte le librerie e su internet al prezzo di 18 euro.