Bello!

Questa parola ha trovato d’accordo tutti noi, alunni della classe 1^AR, quando ci siamo confrontati sull’esperienza vissuta alla residenza sanitaria Piccolo Cottolengo Don Orione, lo scorso martedì 19 dicembre. Può sembrare un aggettivo banale, usato solo per semplificare in modo sbrigativo quello che abbiamo provato, ma non è stato così, fidatevi!

Gli operatori del Piccolo Cottolengo, che ospita bambini, ragazzi ed adulti con disabilità gravissime, hanno voluto aprire le porte del loro ‘mondo’ alla scuola, affinché noi potessimo conoscere la loro realtà.  Il nostro Istituto ha accolto questo invito, estendendolo a chi tra noi alunni fosse volontariamente disposto ad andare.

Della nostra classe, in cui è iscritto un compagno che viene proprio dal Cottolengo, siamo andati in sei. Questa è stata per noi l’occasione di conoscere la ‘casa’ del nostro compagno, di dimostrargli il nostro desiderio di entrare in relazione con lui e di approfondire un’ attività di inclusione e sensibilizzazione, che svolgiamo in classe durante le ore di lingua francese, che si intitola, non a caso, “Les Amis” .

Siamo stati accolti dalle suore orionine e dagli operatori professionali in modo caloroso, sentendoci subito a nostro agio. Hanno fatto da padrone di casa le educatrici professionali Daniela Celante e Michela Montis. Dato il numero elevato dei partecipanti (circa trentacinque), la Signora Celante ha preferito non farci visitare tutti i locali, per evitare di arrecare possibili disagi ai bambini in condizione di estrema gravità.

Abbiamo attraversato un lungo corridoio che conduceva alla sala conferenze, in cui abbiamo trovato una tavola imbandita a festa, strumenti musicali e sei bambini e ragazzi con disabilità, tra cui il nostro compagno.

Gli operatori ci hanno mostrato alcuni video, che ci hanno permesso di visitare virtualmente tutti i locali del Centro, di conoscere le attività svolte al suo interno, di vedere i laboratori e le feste che sono state organizzate e di capire meglio le situazioni in cui si trovano tanti nostri coetanei affetti da patologie che li rendono del tutto dipendenti da macchine e da persone. La Sig.ra Celante ci ha anche illustrato tutte le attività che potremmo svolgere al Cottolengo se, in futuro, volessimo svolgere in questo centro il nostro percorso di Alternanza Scuola-Lavoro.

La presentazione del Centro e la visione dei video hanno anticipato un momento di festa, in cui siamo stati invitati a cantare, a suonare e ad assaggiare tutto quello che era stato preparato per noi.

L’incontro con gli educatori professionali, i volontari e le persone ricoverate al Piccolo Cottolengo Don Orione non ci ha lasciati indifferenti. Anzi, ci ha toccati profondamente, non tanto per il dolore e per il disagio che abbiamo trovato e al quale eravamo già stati preparati dai nostri insegnanti, quanto per la forza delle persone che lavorano al servizio degli altri, per la passione e l’emozione con la quale presentano il proprio lavoro, per la gioia e la carica che riescono a trasmettere a chi ne ha bisogno. Ci hanno colpito i sorrisi dei bambini e dei ragazzi che vivono al Cottolengo, il loro entusiasmo per la nostra presenza, il loro desiderio di condividere, anche attraverso i canti e la musica, la gioia di fare festa insieme; ci ha colpito il vedere che si può stare bene anche avendo poco, che si può ridere ed essere felici anche in situazioni che per noi sembrano estreme.

Ci ha colpito, per tornare alla nostra parola iniziale, la bellezza emozionante e ricchissima della semplicità.

Lamiaa BATTE, Asia FAMA’, Alessia FERRANTE,


Elisa GRANATA, Luca GREGGIO e Basma SAIR,

 1^AR  Ammistrazione, Finanza e Marketing