Finalmente qualcuno che non si lascia intimorire e replica punto per punto ad un nostro articolo di critica a margine della visita, a Volpedo, del presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, pubblicato ieri e che trovate QUI.

A farlo è Claudio Cheirasco, gestore di due pagine Facebook molto seguite.

Cheirasco, con una lunga lettera, ribatte punto per punto alle nostre osservazioni, ma – purtroppo – certe cose che ha recepito non rispecchiano completamente quello che abbiamo voluto sottolineare e il messaggio che abbiamo voluto dare a politici e amministratori.

Pubblichiamo molto volentieri la lettera del blogger ma siccome è molto lunga, invece che dare le dovute spiegazioni alle fine, stavolta facciamo qualcosa di diverso: quando c’è qualcosa che merita una replica il nostro direttore lo scrive in colore blu direttamente di seguito e tra parentesi.

LA LETTERA DI CLAUDIO CHEIRASCO

Egregio direttore,

le scrivo in risposta al suo articolo sulla visita del Premier Paolo Gentiloni a Volpedo, complimentandomi con lei per l’originalità con cui ha saputo caratterizzare la notizia e, se mi consente, rubandole un altro po’ di mestiere nel fare giornalismo. Pur non avendo partecipato al convegno di presentazione della legge 158 “Salva Borghi” ne è riuscito a estrapolare un articolo che sicuramente sarà molto letto.

Dal mio punto di vista, aver voluto documentare quanto è avvenuto a Volpedo, più che di un codazzo verso il potente di turno si è trattato di un’occasione per dar pregio al paese del Quarto Stato, come ama definirlo il suo sindaco Giancarlo Caldone, e con esso a tutto il territorio Tortonese e anche, in parte, a quello Novese. (La critica sul codazzo era generale e non aveva un bersaglio preciso ma descriveva semplicemente quanto avviene in occasioni come questa).

L’occasione si è dimostrata anche utile a dar voce ai dipendenti del gruppo Gavio che non versano in buone acque a causa di una legge “giusta nelle intenzioni, ma sbagliata nella sua applicazione” come ha diplomaticamente dichiarato il sindaco di Tortona Gianluca Bardone dopo il colloquio privato richiesto al Premier su questo tema. (Bardone ha fatto bene, ma purtroppo non credo otterrà qualcosa. Gentiloni era sicuramente al corrente dei fatti e comunque non credo possa avere voce in capitolo al riguardo. Questo perché in Italia, il potere non è amministrato dal premier, che viene messo lì da altri e può essere rimosso in qualsiasi momento)    

Le segnalo che erano molto pochi i media nazionali, di fatto solo la Rai ma molte ed entusiaste le testate locali, anche di territori distanti dal nostro, accorse da tutta Italia per questa giornata importante che potrà dar riscatto agli ultimi, nel nostro caso i Comuni al di sotto dei 5000 abitanti e ai suoi cittadini.

Lei in un altro articolo aveva dato la definizione di “bucare la notizia”, se la può consolare anche i media di Segrate l’anno ignorata, eppure Segrate è, geograficamente, ben più vicina a noi di Torino, dai cui sono giunti gli operatori del TG1 e TG2, ripeto unici media nazionali presenti.

Riguardo alla banda larga, che lei non ritiene indispensabile per lo sviluppo, (mai scritto che non ritengo indispensabile la banda larga per lo sviluppo anche perché sarebbe una castroneria. Ho scritto solo che ci sono problemi – di sopravvivenza – molto più importanti della banda larga e che lo Stato non può lasciare i Comuni senza risorse e dar loro la banda larga)  mi rincresce che lei non abbia potuto ascoltare le parole dell’on. Ermete Realacci, primo firmatario della legge, che ha sottolineato, in questo supportato sia da Antonio Decaro, presidente di Anci che dal premier stesso, come l’innovazione nel nostro secolo non si faccia più con le ciminiere ma con la banda larga e questo chi lavora nella comunicazione come lei, dovrebbe saperlo bene. (Non conosco De Caro, ma non ho stima di Realacci e non posso credere a ciò che dice: un presidente nazionale di Legambiente che professa l’apoliticità dell’associazione e poi si candida – mentre è ancora presidente – con un partito, per me non solo è incoerente con le proprie idee e con quello che dice, ma non esiste più come persona. Se ho lasciato Legambiente – di cui ero presidente del Circolo di Tortona – la colpa è sua) 

Lei non ha ancora cominciato a realizzare video, quando lo farà scoprirà che non è ragionevole impiegare un’intera giornata di lavoro per “caricare” i video ad alta definizione, quegli stessi che nelle città metropolitane vengono caricati in poche decine di minuti. Ma la banda larga non è solo questo, la banda larga è anche molto altro, ad esempio l’agricoltura di precisione, per alcuni versi più eco-sostenibile di quella biologica ma con una resa estremamente maggiore, che fa ampio utilizzo di strumentazioni elettroniche e scambio di dati e che senza una connessione veloce non può trovare applicazione. Ma non è tutto, nel momento in cui la banda larga sarà diffusa si potrà dare forma a smart cities che ci consentiranno di fruire di servizi oggi preclusi, per farle un esempio stupido la fontana che si trova isolata prima del paese di Costa Vescovato, oggi tenuta chiusa perché a rischio di atti vandalici (non fosse altro che lasciare il rubinetto dell’acqua aperto), con la smartcities potrebbe essere controllata in remoto e quindi lasciata funzionare. Ancora sono da inventare le innovazioni che potremo avere nei servizi attraverso la condivisione, lo sharing dei mezzi di produzione e trasporto e anche nella sanità. Ho lavorato per undici anni in medicina d’urgenza, e conosco le tecnologie applicate nel campo. Un’equipe cardiologica può già oggi diagnosticare in remoto una patologia, anche se “sul posto” non sono presenti medici ma soltanto paramedici ben formati ed attrezzati. Anche in questo caso i dati (Ecg e quant’altro) vengono trasmessi in remoto e di esempi simili ce ne sono dozzine e dozzine di dozzine ne verranno inventati. (Giusto e sacrosanto e infatti la banda larga è importante, però mi piacerebbe che si facessero degli studi più approfonditi su quanto possono incidere le onde elettromagnetiche sugli gli uomini e sull’ambiente. Perché nessuno ne parla più? La salute dell’individuo a che posto è finita nella scala dei valori di questa società consumistica?) 

In definitiva se lei fosse venuto a Volpedo avrebbe sentito dire al Presidente del Consiglio dei Ministri che la banda larga sarà un fattore di riduzione delle differenze e delle distanze tra i piccoli borghi e le città metropolitane. La società del futuro sarà quella dei big data, della intelligenza artificiale, della robotica e molto lavoro si potrà fare anche a distanza, vale a dire qui da noi, continuando a fare la spesa al Gulliver, per capirci. (Non mi piace molto questa visione del mondo che demanda tutto ai robot: una via di mezzo non esiste?) 

Se lo Stato saprà fare il suo dovere, e lo stato siamo tutti noi, la banda larga sarà considerata un servizio universale, proprio come i servizi universali del secolo scorso: le strade, l’energia elettrica, l’acqua potabile, il telefono. Il problema principale dei piccoli comuni individuato dal presidente dell’Associazione apartitica Nazionale dei Piccoli Comuni Antonio Decaro è quello dello spopolamento, non quello da lei percepito dell’immigrazione incontrollata, purtroppo i borghi minori hanno un saldo demografico ancora negativo, nonostante la costante introduzione di nuova popolazione. (Evidentemente De Caro non comprende la pericolosità del problema in ottica futura, quando finiranno i soldi che diamo alle cooperative e milioni di stranieri saranno costretti alla fame. Cosa Faranno? Dove si sposteranno?)

Molti giovani stanno abbandonando l’Italia, è vero, ma non mi risulta che siano i precari da 800 euro al mese, semmai coloro che hanno potuto studiare all’estero aiutati dalle famiglie ad un costo ben diverso dalle poche centinaia di euro al mese da integrare ad un figlio per permettergli una sopravvivenza dignitosa qui in Italia. (Evidentemente caro Cheirasco non hai figli di quell’età o non conosci la realtà che è ben diversa da questa che dipingi: abbiamo milioni di giovani che si sono laureati in Italia, sono disoccupati e costretti ad emigrare per trovare un lavoro, e nel contempo manteniamo milioni di stranieri…) 

Con tutti i temi che ha trattato riguardo ai migranti trovo singolare che non abbia citato il caporalato, di cui si sono scoperti casi anche nella nostra Castelnuovo Scrivia.

Mi perdoni il gioco di parole ma “dire basta” non basta, oggi non è più il tempo della protesta, oggi è il tempo della proposta, dire basta è fine a se stesso, se non viene fornita un’alternativa, è inutile e dannoso, rischia di farci perdere il treno della modernità, treno che l’area tortonese ha tutte le carte in regola per afferrare, non tanto per meriti suoi ma per la arretratezza in cui ancora versano i territori analoghi, in molti casi ben peggiore della nostra. (Ma io l’alternativa implicitamente l’ho fornita: dire stop all’immigrazione e dare lavoro ai nostri giovani utilizzando tutti i miliardi di euro che spendiamo per immigrati, sussidi, bonus e regali. Peccato che nessun politico lo farebbe mai.) 

Riguardo alla miseria finanziaria e culturale, anche qua non mi trova del tutto d’accordo. La provincia di Alessandria si piazza al secondo posto come provincia più ricca d’Italia ma solo al 48 come qualità della vita questo a parer mio è più una miseria culturale che finanziaria, come a dire: i mezzi ci sono ma sono mal spesi. (E non è una misera questa? Fatti delle domande…)

Riguardo ai fatti, quella banda larga che qui è stata promessa in altre zone dell’Appennino è già una realtà. La scorsa settimana il premier Gentiloni era nel comune di Campli, in provincia di Teramo, proprio per inaugurare la nuova fibra ottica che presto raggiungerà tutte le frazioni di un borgo situato in un territorio di confine, come potrebbe essere il nostro, con l’Appennino alle spalle e i collegamenti più comodi, si fa per dire, con la provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche (Campli è in Abruzzo) anziché con il proprio Capoluogo. L’arrivo di questa infrastruttura ha dato vigore ed entusiasmo ai camplesi che oggi hanno anche i mezzi tecnologici per alimentare un sogno di vita a casa loro, senza dover cercare altrove quello di cui hanno bisogno. E’ così che si combatte lo spopolamento, tutti uniti.

Forse oggi il modo migliore per tirare fuori gli attributi è proprio quello di cooperare per dare identità al proprio territorio. (E’ una cosa che faccio da tempo immemorabile come giornalista ma, guarda caso, proprio Volpedo -ma anche tanti altre località delle valli- hanno dimostrato un campanilismo e un egocentrismo che a mio avviso è fuori dal Comune. E il sindaco Caldone sa a cosa mi riferisco) 

Le chiedo scusa se mi sono dilungato ma i temi erano molti e, come ha potuto capire, a me molto cari.

Cordiali Saluti

Claudio Cheirasco



Ringrazio i lettori che ci hanno seguito fin qui. Ritengo l’argomento chiuso e ringrazio Claudio Cheirasco per avermi dato l’opportunità di spiegare alcune cose per me molto più importanti della banda larga. 

Angelo Bottiroli