Soltanto i Comuni di Cervo e San Bartolomeo al mare, geograficamente più vicini ad Andora, hanno deciso di entrare a far parte del bacino Andorese/Imperiese accettando il potere di veto che il Comune di Andora potrà avere su tutto. Gli altri cinque comuni del Golfo Dianese hanno detto NO e si sono “ribellati” non firmando la convenzione per entrare a far parte del bacino.

Diano Marina e, a ruota, Diano Castello, Diano San Pietro, Diano Arentino e Villa Faraldi, sentiti tecnici ed esperti hanno rifiutato di diventare “sudditi” del Comune di Andora e hanno deciso di continuare la raccolta dei rifiuti con l’ATA, la società di Savona che provvede attualmente alla raccolta e smaltimento dei rifiuti e che potrà farlo fino al 31 dicembre prossimo grazie ad apposite deroghe di legge, poi dovrà smettere.

La società Savonese, sempre in base alla legge (ma questo vale per tutte le società municipalizzate) può effettuare i servizi sui territorio dei Comuni soci. Ecco perché prima della fine dell’anno i cinque comuni dovranno acquistare quote della società savonese in modo da continuare la raccolta dei rifiuti senza traumi per la popolazione.

I cinque Comuni del Golfo hanno esercitato una scelta democratica, rifiutando la convenzione col Bacino, ma sarebbero ovviamente sarebbero disposti a ritornare sui loro passi se  venisse tolto il potere di veto ad Andora ma le decisioni venissero prese a maggioranza, ovviamente i base alla popolazione che ogni sindaco rappresenta.

Scelta logica e giusta, a nostro parere, tuttavia la Provincia di Imperia non sembra allineata sulla stessa lunghezza d’onda e anzi, malgrado le scelte effettuate dai cinque Comuni,  sembra intenzionata a far rispettare quanto precedente stabilito e ad obbligare Diano Marina e gli altri 4 centri, ad entrare nel bacino andorese/imperiese.

Ecco il motivo per cui il Comune di Diano Marina ha deciso di ricorrere al Tar e al Consiglio di Stato contro quello che sembra un vero e  proprio diktat della Provincia di Imperia.

per ora il ricorso è stato fatto sollo da Diano Marina che ha possibilità finanziarie di gran lunga superiori agli altri quattro centri dell’entroterra che hanno deciso di attendere gli sviluppi dei ricorsi della città degli aranci, ma è evidente che prima o poi, anche loro potranno essere chiamati in causa.