COMUNE DI VALENZA

CENTRO COMUNALE DI CULTURA

COMUNICATO STAMPA

 

MOSTRA FOTOGRAFICA “IL MIO GRAN PARADISO. “

Centro Comunale di Cultura, piazza XXXI Martiri, 12-24 giugno 2017
Immagini di natura dal più antico Parco Nazionale Italiano.
Fotografie di PIETRO RUFFINI.

La mostra è visitabile nei seguenti giorni e ore:

lunedì, mercoledì e giovedì: 9.00-12.30/14.30-18.00
martedì e venerdì: 9.00-12.30
sabato: 9.00-12.00

 

PIETRO RUFFINI, 1968.

Insegnante di Lettere presso il Liceo scientifico “Alberti” di Valenza, ama da sempre la montagna: l’ha conosciuta da bambino con i suoi genitori, da ragazzo con gli amici, poi da allievo ufficiale della Scuola Militare Alpina di Aosta con i suoi colleghi del 151° corso AUC e continua a frequentarla oggi.

“La fotografia è diventata ben presto il mezzo per condividere le emozioni che solo i sentieri, le cime e la vita selvaggia ma sincera degli animali e delle piante sanno offrirmi.”

“E’ importante avere il senso dei propri limiti, per cui non mi definisco “fotografo”: non lo sono proprio! Tantomeno mi definisco “wildlife photographer” come oggi va tanto di moda, soprattutto tra i frequentatori di oasi, capanni e di tutte le situazioni artificiali, comode e preconfezionate ad uso di clienti consumatori. Credo che tante persone, in questo modo, vivano un rapporto falso e artificiale con la natura. Ma, per fortuna, al mondo c’è spazio per tutti.”

Lui si racconta così:

“Fin da quando avevo sei o sette anni, ho avuto il desiderio di cercare di trasmettere, attraverso le immagini della mia prima macchinetta Kodak, le emozioni che la natura suscitava in me. Erano gli anni delle prime vacanze nel Parco del Gran Paradiso. Ogni sasso, ogni arbusto che scorgevo in lontananza era per me una marmotta, un camoscio, uno stambecco. E via con le foto! Quanti chilometri di pellicola buttati … o forse no … .

La delusione per quei primi fallimenti mi ha portato a voler ottenere qualcosa in più. Mi ha portato a rinunciare al motorino per la prima reflex seria, mi ha portato a investire tempo ed energie nell’avvicinarmi alla natura in modo più serio e consapevole, imparando a conoscerne i tempi e le manifestazioni.

Andare a cercare opportunità fotografiche nuove, soprattutto in montagna, dove gli spazi sono quasi sempre immensi, liberi e incontaminati, vuol dire imparare a conoscere il mondo in cui viviamo, ma anche e soprattutto noi stessi. Vuol dire interrogarci su quanto stiamo perdendo, sulla nostra presunzione di essere padroni assoluti di un pianeta che forse, un giorno, potrebbe anche stancarsi della nostra presenza.

Ed allora vale la pena di partire, salire, andare a cercare camosci e stambecchi su per le montagne, in inverno, con la neve, per trovarli mentre vivono tranquilli là dove il loro istinto li porta a stare. E scattare, nonostante le mani tremino perché, dopo tanto salire, il cuore scoppia, il respiro è affannoso e le dita sono intorpidite per il freddo. Ma tu sei là dove la natura è spontanea e libera … e sei libero anche tu!

Per tutte queste ragioni ho maturato un legame speciale con il parco del Gran Paradiso, il luogo in cui i miei genitori mi hanno insegnato ad amare la natura e la libertà attraverso la bellezza, apprezzando le piccole cose, quelle che spesso, alla fine, sono le più grandi e preziose!

Con i miei scatti provo ad esprimere tutto questo, anche e soprattutto grazie al sostegno di una persona: il mio maestro di fotografia Bruno De Faveri. Bruno mi ha insegnato e mi insegna le tecniche più adatte alle diverse situazioni, ma soprattutto mi ha trasmesso la passione e l’etica della fotografia di natura. Di tutto ciò, ma soprattutto della sua amicizia sincera e disinteressata, gli sarò sempre debitore.”

Pietro Ruffini