Nasce e muore a Tortona. Ama la tavolozza fin dall’adolescenza dipinge con entusiasmante sensibilità Nonostante la vicinanza nonché l’apprezzamento di importanti correnti artistiche resta ancorato al suo stile personalissimo


 
Il temperamento di Carlo Bottiroli è sempre stato  rivolto alla pittura, la sua pittura, una passione innata nel suo animo, tanto da arrivare a Roma ove trova l’ambiente giusto, consono alla sua inclinazione per l’arte figurativa, consolidata attraverso la conoscenza d’illustri artisti con i quali scambia opinioni, esperienze, confronti. 
Frequenta la famosa via Margutta, ritrovo di importanti personaggi, con questi ha la possibilità d’apprendere diverse tecniche, riesce a formare, con altri giovani esordienti, Pennellacci il gruppo legato alla corrente espressionista, ossia quella realtà spirituale filtrata attraverso la personale sensibilità dei singoli interpreti, l’esempio tipico è L’Urlo di Edvard Munch.
Carlo ritorna nella sua Tortona, forte dell’esperienza maturata nella Capitale, è il trampolino di lancio, per così dire, con il quale ha esaminato il sostrato del suo temperamento di pittore, con la costante osservazione di se stesso, valutata con le varie opere formate nel contesto del suo tempo.
Le mostre personali, le collettive hanno posto l’accento sul suo carattere, hanno avvalorato il suo innato entusiasmo artistico, ne hanno raffinato il talento, tanto da voler creare una scuola di pittura, proprio per trasmettere ai giovani il suo entusiasmo per il figurativo, con la proposta di esposizioni delle opere sorte sotto l’occhio della sua esperta guida, mostre per le quali, seppur solamente a livello didattico, hanno saputo invogliare molti allievi.  
Carlo era legato al mondo pittorico, nel corso degli anni ha perfezionato il proprio singolare pensiero, ha acquisito lo stile individuale cogliendo il meglio delle correnti artistiche, senza addentrare troppo nel merito di esse.
Franco Montaldo