Diano Serreta (come Diano Gorleri e le altre frazioni)  è un pugno di case abbarbicato sulla collina con una bellissima vista mare. Tre Km e mezzo  in salita dal cimitero di Diano Marina. Poche decine di abitanti, molti dei quali tedeschi ormai naturalizzati.

La frazione è piccola e il centro del paese, uno spiazzo davanti alla chiesa, si raggiunge solo a piedi. Non ci sono negozi, né bar, solo un albergo ristorante alla periferia della frazione, nient’altro.

Venerdì 28 aprile il sindaco di Diano Marina, Giacomo Chiappori, incontrerà  gli abitanti dei Serreta e Gorleri, le due frazioni destinate ad ospitare circa 10-12 migranti ciascuno per sapere per sapere cosa penano.

Noi lo abbiamo fatto prima: ci siano recati a Diano Serreta e raggiunta la “piazza” principale abbiamo parlato  con quelle poche persone presenti, tutte donne e tutte pensionate, fra cui anche una proveniente dalla Germania.

Un’italiana ci ha indicato qual’era la casa canonica e ci ha spiegato le difficoltà relative all’abitabilità della stessa, che potete leggere nell’articolo pubblicato ieri QUIma non solo.

Abbiano sentito alcuni abitanti e sono preoccupati: “Se fosse una famiglia – dice una pensionata – credo non ci sarebbero problemi, ma se verranno 12 individui cosa faranno? Come faranno a vivere in poche stanze e con un bagno solo? Non è disumano far vivere delle persone così?”

“Ho forti dubbi su come potrebbero vivere – dice una tedesca da anni residente a Diano Serreta – qui non c’è nulla, nè bar né locali, solo un albergo ristorante alla periferia della frazione.”

“Probabilmente – aggiunge un’altra pensionata – andranno avanti e indietro a Diano Marina tutti i giorni: in fondo sono soltanto tre Km.”

Poi altri commenti, ma la preoccupazione per quella che sembra una vera e propria invasione, è palpabile.