Dopo un triduo di preparazione predicato dal vescovo Viola, a Tortona lunedì 6 marzo, è stato celebrato San Marziano, patrono della Diocesi di cui Don Orione ne fu molto devoto definendolo “il primo Vescovo di Tortona e che diede il sangue per innaffiare la fede che aveva predicato, da buon pastore, alle pecorelle”. Le celebrazioni si sono svolte in Duomo dove è stata collocata al centro della Cattedrale l’Urna del Santo per la venerazione. Al mattino dopo l’Ufficio delle Letture, il clero diocesano e religioso è stato invitato all’ascolto di una meditazione del vescovo di Ivrea Mons. Cerrato. Nel pomeriggio i due vescovi hanno fatto visita al Santuario della Guardia per una preghiera a Don Orione, accolti dal rettore don Renzo Vanoi e dal cerimoniere Fabio Mogni.

Alla sera alle ore 18, il vescovo diocesano Mons. Vittorio Viola ha presieduto il Pontificale con i sacerdoti della città, altri diocesani e religiosi. Una bella partecipazione di fedeli, autorità civili, militari e cavalieri di vari Ordini hanno preso parte a questo momento che sempre vuole “dare senso” alle nostre radici di fede. Nell’omelia Mons. Viola ha tratteggiato la figura di San Marziano “discepolo libero da qualunque vincolo che non ha avuto paura di affrontare, come pecora fragile e debole i lupi rapaci e quindi difronte alla persecuzione non è veno meno. Talmente libero da esserlo per la sua stessa vita! La nostra fede è fondata e radicata sulla testimonianza dell’annuncio e del martirio di Marziano” 

 

Al termine ha poi rivolto un Messaggio alla Città sottolineando l’importanza dell’Eucaristia che “non è solo l’invito ad andare a messa ma il sacrificio pasquale di Gesù attraverso le parole e i gesti della celebrazione, per la nostra santificazione, nell’attesa del suo ritorno.

Non mancava 6 marzo di ogni anno in cui Don Orione non parlasse di San Marziano e pertanto ascoltiamolo: “Sempre, al ritorno della festa di San Marziano, i Figli della Divina Provvidenza andavano là, fuori città, sul ciglione di un fosso a cercare una pietra che una tradizione veneranda dice che sarebbe stato il posto del martirio di San Marziano. La storia certo non dice molte cose sicure per la sua vita. Non si sa dove sia nato. Si sa che a Tortona Egli vi trovò la fede, che si vuole sia stata qui predicata dall’Apostolo San Barnaba. San Marziano sarebbe venuto a Tortona a propagare la fede nel tempo eroico delle persecuzioni. San Secondo, soldato, gli portò le Sacre Specie Eucaristiche in carcere. Nel martirio gli furono applicate delle lastre infuocate e fu decollato nei pressi della Scrivia. San Secondo raccolse il corpo e gli diede sepoltura. Al tempo di Sant’Innocenzo, Vescovo di Tortona, fu trovato prodigiosamente quel corpo, in seguito alla visione di uno dei suoi presbiteri. Ricordo che quando avevo appena incominciato a raccogliere i primi ragazzi dell’Oratorio veniva il Padre dei Perosi ad insegnare musica e tra l’altro insegnò a cantare un mottetto da lui musicato: dove c’era questa invocazione al Santo Protomartire della Diocesi: “O San Marziano non abbandonare i tuoi figli… ”. (Parola del 27.2.1939). A conferma del ritrovamento delle ossa di San Marziano, Don Orione raccomandò ai chierici del Paterno: “Andando a passeggio, fatevi indicare dove furono sepolte le ossa di San Marziano; in mezzo ad un prato ci deve essere una colonna che segna il punto della sepoltura” (Parola del 21.7.1939). È davanti alle Ossa di questo santo che, nel 1918, dopo la processione con l’effigie antica della Madonna di San Bernardino, sentendosi di interpretare l’anima tortonese, fece voto, a nome del popolo tutto, di innalzare a S. Bernardino, un Santuario alla Madonna della Guardia, se la guerra fosse finita e se i soldati di Tortona fossero tutti ritornati salvi.