I numeri divulgati da alcuni organi di informazione sull’arrivo dei profughi nel Golfo Dianese non sono giusti, perché nessuno sa se e quanti arriveranno, e il rapporto abitanti/profughi non viene preso assolutamente in considerazione e vi spieghiamo il perché.

Non vogliamo entrare in polemica con nessuno, ma quando leggiamo titoli altisonanti su certi giornali che danno per imminente l’arrivo di migranti (leggi profughi) con tanto di numeri provenienti dal Ministero e si scrivono cose non completamente chiare, fornendo un’informazione lacunosa alla popolazione non possiamo restare in silenzio e dobbiamo intervenire per fare chiarezza.

L’obiettivo di Oggi Cronaca è quello di dare soprattutto informazione asettica e corretta, di non cavalcare polemiche inutili, pretestuose e di parte, come invece, fanno alcuni altri giornali che pur di attaccare chi comanda pubblicano qualsiasi cosa, ma quando  – a nostro avviso – si fornisce un informazione non completa su un tema così delicato come quello dei migranti, siamo costretti a fare uno strappo alla regola e per una volta spiegare agli abitanti del Golfo Dianese come funziona la vicenda dei profughi (in gergo denominati “richiedenti asilo”) che sono un po’ diversi dai “migranti” citati da alcuni giornali, anche se poi in realtà la maggior parte di queste persone  sono effettivamente  migranti che si spacciano per profughi.

Le norme in questione sui profughi sono chiare: lo Stato eroga a chi li accoglie circa 35 euro al giorno per ogni “profugo” di cui 2,5 vanno alla persona per i suoi “vizi” personali.

Ogni comune può accoglierli aderendo allo Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) cioé gestisce in prima persona tutto il sistema dei rifugiati e percepisce i soldi dallo Stato. I vantaggi per i Comuni che aderiscono a questo sistema sono evidenti: partecipano al “business” dell’accoglienza incamerando loro i soldi e conoscono in anticipo il numero esatto di “migranti” che verrà assegnato loro, che poi sono i numeri che il Viminale,  avrebbe stabilito che per il Golfo Dianese:  25 profughi a Diano Marina, 13 a San Bartolomeo e 10 a Diano Castello, perché sono stati presi in esame solo i comuni con una popolazione superiore a 2 mila abitanti.

Questi numeri altro non sono che la suddivisione matematica di quanto riportato nell’articolo che abbiamo pubblicato martedì e che trovate QUI.

Per lo Stato è un grande vantaggio se i Comuni aderiscono allo Spar in quanto una volta assegnate le quote, ci pensano direttamente i Comuni a risolvere il problema.

I Comuni del Golfo Dianese però, a quanto ci risulta, non hanno aderito allo Sprar.

Cosa succede allora, in questi casi?

La risposta è semplice: ci pensa il Prefetto che deve “sistemare” i profughi che il Governo gli assegna per quella provincia dedotti ovviamente quelli sistemati attraverso lo Sprar.

I numeri tanto spiattellati da alcuni giornali che riguardano l’arrivo di 25 profughi a Diano Marina, 13 a San Bartolomeo e 10 a Diano Castello, quindi, non sono più validi.   

Il Prefetto di Imperia ha provato a chiedere ai sindaci l’eventuale disponibilità ad ospitare profughi, ma siccome – Cervo a parte – ha avuto solo dinieghi, agirà in proprio.

Con ogni probabilità emetterà bandi di accoglienza per ospitare i profughi rivolti a soggetti privati e assegnerà a questi soggetti una quota di profughi.

Quanti? Difficile da stabilire, dipenderà quanti privati parteciperanno e  se qualcuno deciderà di mettere a disposizione locali per ospitarli.

E in questo caso i numeri e il rapporto con la popolazione va a farsi friggere e non conta assolutamente niente.

Un esempio eclatante riguarda quanto avvenuto in provincia di Alessandria ed esattamente nel Comune di Fabbrica Curone, che conta  600 abitanti, dove il Prefetto ha mandato 30 profughi pari al 5% della popolazione, ma lo ha fatto inviandoli in una frazione che nella stagione invernale ha un solo abitante, quindi ci sono un italiano e 30 stranieri!

In conclusione: fino a quando il Prefetto trova enti e persone disposte ad ospitare i profughi, seguirà questa procedura, per cui se nessuno nel Golfo Dianese metterà  a disposizione alloggi è probabile che in profughi vengano “dirottati” altrove.

Ovviamente è facoltà del Prefetto, in casi estremi, requisire immobili di proprietà dello Stato e dei Comuni per adibirle a veri e propri centri di accoglienza e un esempio su tutti potrebbe essere l’ex Caserma Camandone  ma in genere in Prefetto non lo fa per non mettersi contro gli enti locali e la popolazione e perché dovrebbe poi avviare tutta una procedura burocratica tale che prevede un impegno notevole, per cui è preferibile scegliere la prima soluzione cioé quella di sistemare i profughi attraverso i bandi.

Questo è quanto ed è tutto verificabile, per cui, cari lettori, non fidatevi e non prendete come oro colato quanto dicono o scrivono alcuni.

Angelo Bottiroli