La scorsa settimana, il personale della Polizia di Stato di Casale Monferrato ha individuato e deferito all’Autorità Giudiziaria 4 giovani, tutti già noti a questi uffici, resisi responsabili di furto in abitazione in concorso tra loro.

Lunedì mattina 16 c.m., personale delle locali squadra Volante ed Investigativa,  interveniva in frazione San Germano per una segnalazione di patito furto di numerosi gioielli in oro per un valore di almeno 3000/4000 € ai danni di una coppia di anziani coniugi.

I poliziotti, nel corso del sopralluogo reperivano alcuni elementi indiziari a carico dei possibili autori del reato, fra cui la nipote delle parti offese.

Pertanto raggiungevano l’abitazione della giovane, A.M., di anni 27, residente a Casale M.to, che nonostante le richieste in merito negava ogni responsabilità.

I poliziotti, certi dei loro fondati sospetti, usciti dall’alloggio, sostavano nei pressi di esso in attesa dell’arrivo di eventuali complici e qualche ora dopo identificavano un giovane, X.A., di anni 21, di nazionalità albanese, che stava raggiungendo la casa in questione.

Dall’esame del suo cellulare emergeva una conversazione intercorsa fra i due nei giorni precedenti, nel corso della quale, si faceva riferimento ad altri due complici italiani, tali G.M. di anni 22 e M.D. si anni 27, con precedenti di polizia inerenti reati contro il patrimonio, assieme ai quali stavano progettando l’esecuzione del furto poi perpetrato ai danni degli anziani.

Pertanto, i poliziotti, appurato che i restanti membri della “gang” si fossero recati in altro centro per reperire sostanze stupefacenti, predisponevano un servizio di controllo in attesa del loro rientro, avvenuto nel tardo pomeriggio.

Una volta intercettati, i giovani venivano accompagnati presso il locale Commissariato di P.S., ove nel corso della perquisizione a loro carico venivano rivenuti alcuni preziosi trafugati nella notte, nonché della sostanza stupefacente acquistata dal profitto ricavato dalla vendita di altri gioielli.

Sempre nel corso dell’indagine era stata acquisita una conversazione audio nel corso della quale due dei complici, dopo l’esecuzione del reato, si accordavano sulle modalità di vendita dell’oro trafugato.

Al termine degli accertamenti venivano sequestrati un telefono cellulare, alcuni preziosi ed altri oggetti ritenuti utili alle indagini.