Nell’ultima riunione del Consiglio regionale della Liguria Marco de Ferrari  (Mov5Stelle) ha presentato un’interrogazione, sottoscritta anche dagli altri componenti del gruppo,  in cui ha chiesto alla giunta di tutelare il prodotto “Cultivar Taggiasca” e ogni singolo coltivatore. De Ferrari ha rilevato: «Nel maggio 2016 è stata presentata alla Regione e al Ministero una lettera di richiesta di cancellazione dallo Schedario Oleico Italiano della Cultivar Taggiasca per poi presentare un disciplinare di produzione dell’oliva taggiasca in salamoia per tutelare il prodotto dalla possibile forte concorrenza da fuori Liguria. Tuttavia – ha aggiunto  –  successivamente all’adozione di questa  certificazione nessuno potrebbe più usare il termine “Taggiasca” se non con un prodotto certificato DOP, e la maggior parte dei coltivatori dovrebbe adottare la nuova denominazione “Giuggiolina”, comportando un’interruzione drastica della storia e delle tradizioni locali legate alle coltivazioni quasi millenarie. Sarebbe, inoltre, necessario rispettare un disciplinare prestabilito, sia per il livello qualitativo che per la resa quantitativa del prodotto, che comporterà un aggravio economico e di procedimenti burocratici a carico dei piccoli e micro imprenditori olivicoli, anche nel settore biologico».
L’assessore all’agricoltura Stefano Mai ha ricordato di aver ereditato nel 2015 la procedura in corso per la Dop, ma che questa non si è rivelata sufficiente per salvaguardare il cultivar ligure che – ha ribadito – deve essere vincolato al territorio. Per farlo – ha precisato – è necessario che la denominazione “taggiasca” possa essere usata soltanto  per le produzioni del  territorio d’origine, con una sorta  di certificazione esclusiva,  e non in altre aree geografiche dove alcuni coltivatori stanno invece già avviando la produzione. Per raggiungere questo obiettivo – ha ribadito Mai – si è intrapreso un percorso che, attraverso l’attivazione di un consorzio, metta a sistema le coltivazioni dell’oliva taggiasca mediante la sottoscrizione di un accordo di filiera che definirà precisi criteri, tra  i quali quelli per fissare il prezzo minimo. Attraverso questo percorso soltanto  la Liguria potrà fregiarsi della denominazione “oliva taggiasca”. Per le altre aree geografiche si potrà, invece, utilizzare la denominazione  “giuggiolina”. La taggiasca, quindi, – secondo quanto ribadito da Mai –  sarà imprescindibile dal suo territorio d’origine.