In occasione di queste festività natalizie è venuto a mancare un protagonista dello sport novese ai massimi livelli: Renato Martini soprannominato “Billy”. Renato Martini viene ricordato per il ventiquattresimo posto colto nella maratona alle Olimpiadi di Monaco nel 1972 correndo la distanza con il tempo di 2 ore ventidue minuti e quarantuno secondi, giungendo secondo fra gli atleti azzurri. Aveva 67 anni, essendo nato nel 1949 a Tortona. Se Tortona è stata la sua città di nascita lo si è però sempre considerato un novese in quanto ha abitato per molti anni a Pozzolo ed è stato insegnante di Educazione Fisica prima al “Volta” ed ora “Ciampini” ed al Liceo “Amaldi” di Novi.

Il ventiquattresimo posto colto alle Olimpiadi di Monaco non è stato però l’unico risultato di rilievo nella carriera di Renato Martini anche se, soprattutto a livello mediatico, è stato quello di maggior risonanza. Oscar Barletta, responsabile del mezzofondo azzurro, così lo dipingeva: “Renato Martini è un giovanissimo per il quale le Olimpiadi di Monaco possono costituire una utile esperienza per i prossimi traguardi, gli Europei di Roma e le Olimpiadi di Montreal del 1976.” Il quotidiano sportivo “Tuttosport” nel presentare la gara olimpica lo definiva la speranza azzurra nel mezzofondo prolungato. E, del resto, Renato Martini arrivava alle Olimpiadi di Monaco con una serie di risultati notevole, colta non solo nella maratona ma anche in altre discipline sportive. Nella maratona si era segnalato qualche mese prima a Bruxelles dove era giunto quinto, in un parterre di gara assai qualificato, con il tempo di assoluto rilievo di 2 ore 19 minuti e ventitre secondi, inferiore a quello che otterrà a Monaco alle Olimpiadi.

Appassionato di cross country nel 1972 aveva già partecipato ai campionati mondiali della disciplina, alla fine saranno quattro quelli ai quali si iscriverà, cogliendo un prestigioso trentanovesimo posto a Vichy, in Francia, nel 1970, contribuendo, in maniera significativa, al sesto posto finale della spedizione azzurra. Aveva già vinto nel 1971 un titolo italiano nel cross lungo sulla distanza dei dodici chilometri a Cesano Maderno. Titolo che fu doppiato l’anno successivo a Roma. Sempre nel 1972 vinse il titolo italiano della maratonina, che allora si correva sulla distanza dei trenta chilometri, a Rovereto, conseguendo il record italiano. Era dipinto come atleta dotato di grande resistenza, con notevole capacità di soffrire. Fu scoperto da Padre Vincenzo dei “Frati Francescani” di Novi quando alle gare “Olimpiadi del Vittorioso” colse il suo primo successo. Era il 1965 e Renato Marini fu campione zonale di corsa campestre e sedicesimo ai campionati italiani nonostante un doloroso infortunio. Ben presto divenne il protagonista del mezzofondo e del fondo a livello provinciale prima e regionale in seguito, gareggiando inizialmente per l’Atletica Libertas Alessandria e, successivamente, per il Cus Torino con il quale colse i risultati più significativi. Si presentava quindi a Monaco come giovane promessa con notevoli potenzialità.

Della prova di Monaco poco da dire, nessuno dei tre azzurri poteva sperare in una medaglia, anche meno nobile, i favoriti erano altri. La maratona si corse il 10 settembre, quando mancavano ventiquattro ore alla chiusura dei Giochi Olimpici, alle tre del pomeriggio, con un caldo umido ed il termometro che segnava ventun gradi. Saper gestire le energie era quindi fondamentale. L’avvio non fu velocissimo tanto che il primo passaggio ai cinque chilometri segnò il tempo di 15′ e 51 secondi. Il gruppetto dei battistrada era composto da ventisei atleti, fra questi i tre azzurri. Ma poche centinaia di metri dopo gli americani Ron Hill e Derek Clayton ruppero gli indugi e sferrarono il primo affondo. Gli azzurri, e Martini con loro, dovettero cedere e cercare di conquistare un piazzamento onorevole. Per la cronaca la gara fu vinta dall’americano Frank Shorter che dopo i quindici chilometri iniziò una lunga fuga solitaria. Martini giunse quindi ventiquattresimo. Aveva solo ventitre anni, era ancora lontano ancora dalla maturità atletica ed il suo piazzamento fu quindi salutato, a livello nazionale e locale, come una valida premessa per una carriera che gli si annunciava luminosa. Ed a Novi il suo successo portò alla fondazione della società “Atletica Novese”. Così Ennio Gattorna, dirigente della società, che ha scritto un libro sulla storia dell’Atletica Novese, lo ricorda: “Erano presenti, all’inizio degli Anni Settanta, a Novi diverse associazioni podistiche. L’impulso alla loro affermazione fu dato dal risultato di Martini   a Monaco. L’entusiasmo a Novi fu enorme.

Crebbe quindi l’esigenza di dare una risposta ai tanti che si erano avvicinati all’atletica e volevano praticarla. Novi aveva un enorme vantaggio, uno stadio con una pista che, per quell’epoca, era modernissima.” Nacque così, nel 1974, l’Atletica Novese. Le Olimpiadi di Monaco, quindi, nei pronostici degli addetti ai lavori, per i giornalisti, dovevano essere solo il punto di partenza per la carriera sportiva di Renato Martini. Già gli si prospettavano le Olimpiadi di Montreal del 1976, quelle della sua maturità agonistica. Purtroppo il destino per Renato Martini aveva deciso diversamente: problemi ai tendini. Decise così di impegnarsi maggiormente nello studio e diminuirà le sue presenze agonistiche. Vestirà la maglia azzurra fino al 1973, negli ultimi anni sportivi gareggerà per l’Atletica Novese. Quindi diventerà insegnante di educazione fisica negli istituti superiori novesi. Nei momenti liberi si dedicherà a lunghi giri in bicicletta ed allo sci di fondo, le sue passioni.

Maurizio Priano