Il premio “Grosso d’oro” riconoscimento ai tortonesi che si distinguono per l’attività svolta, quest’anno verrà assegnato all’Associazione “Enrico Cucchi”specializzata nell’assistenza per le cure palliative e contro il dolore.

La decisione è stata presa dalla Giunta comunale nell’ultima riunione durnate la quale è stata decisa  l’assegnazione del Premio “Città di Tortona – Grosso d’Oro 2016” all’Associazione “Enrico Cucchi – Volontari per le cure palliative” in memoria dell’uomo e dello sportivo a cui la denominazione dell’Associazione stessa si richiama.

Non solo ma per ricordare degnamente il giovane calciatore tortonese, ex Inter e Fiorentina è stata decisa anche l’apposizione di una targa in memoria di Enrico Cucchi presso l’omonimo impianto sportivo Comunale, prevista per sabato 24 settembre 2016. Una cerimonia ufficiale in cui verrà consegnato anche il premio.

Le cure palliative sono l’insieme di interventi terapeutici ed assistenziali rivolti ai pazienti la cui malattia incurabile è in rapida evoluzione. La missione dell’Associazione “Enrico Cucchi” è evitare la sofferenza inutile, garantendo la migliore qualità di vita possibile e la dignità della morte, pertanto curare un paziente inguaribile.

Le cure palliative prendono in carico la persona malata in modo attivo e totale e offrendo il supporto a chi gli è accanto. Il nome stesso deriva dal latino Pallium che significa mantello, qualcosa quindi che avvolge e protegge. Il Santo protettore è infatti San Martino noto per aver diviso il mantello con il pellegrino.

L’Associazione “Enrico Cucchi”

L’Associazione Volontari per le cure Palliative nasce nel 1992 a Tortona grazie all’impegno e alla sensibilità di un gruppo di medici ed infermieri, pionieri di questo altro aspetto della medicina.
Nel 1997 Enrico era mancato da appena un anno, amorevolmente seguito dall’Associazione; fino a quel momento era il paziente più giovane preso in cura e ciò nonostante, un esempio nel confrontarsi e collaborare con l’equipe dell’Associazione nel suo percorso di cure.
Nel corso della malattia, ha dimostrato la sua vera professionalità nell’affrontare la sofferenza e il dolore, come la più importante partita del campionato.
La sua principale preoccupazione era dare forza ai suoi cari, sia questi parenti che amici.
Il suo coraggio e la sua dignità, uniti alla dolcezza e giovialità, sono stati visti dai volontari come modello per aiutare altri pazienti, per questo viene deciso di dare il suo nome all’Associazione Volontari per le cure palliative.
La mamma Paola ha accolto in prima persona il coraggio e l’esempio di Enrico, dopo aver assistito il figlio; dal 1997 segue con impegno e devozione tutte le attività dell’Associazione, all’interno del Consiglio direttivo.
La Signora Paola da volontaria affianca i pazienti, insieme con l’equipe, presso il day hospital oncologico dell’Ospedale di Tortona.
I genitori, gli ex compagni di squadra dell’Inter e molti altri amici decidono di ricordare le generose doti umane di Enrico e lanciano l’idea di una casa alloggio per minori disadattati.
Sorge a Albiolo (CO) “Casa Enrico” in Via Quarto dei Mille , 23 per accogliere bambini allontanati dalle loro famiglie con decreto del Tribunale di Milano.