Il sidaco Gianluca Bardone e il presidente della Commissione sanità Antonello Santoro

Il sindaco Gianluca Bardone e il presidente della Commissione sanità Antonello Santoro

Finalmente qualche buona notizia per l’ospedale di Tortona: la proposta di salvataggio fatta dalla Regione Piemonte e oggetto di una riunione a porte chiuse dei sindaci del Tortonese che si è appena conclusa, non sarà quella ottimale che auspicavano in molti, ma consente di dare un futuro al nosocomio cittadino.

Il documento di “Accordo per l’organizzazione dei servizi sanitari del bacino di utenza di Tortona” presentato dall’assessore alla sanità Antonio Saitta, martedì scorso alla delegazione tortonese è stato illustrato dal sindaco Gianluca Bardone alla trentina di sindaci presenti alla riunione di giovedì sera (nella foto) che avranno tempo fino a martedì per decidere se accettarlo così com’è e rinunciare al ricorso al Consiglio di Stato oppure respingerlo continuando la battaglia legale.

Il documento va preso così com’è o respinto: non esistono infatti, margini di trattativa.

I sindaci, stando a quanto é filtrato dalla riunione sembrano orientati ad accettarlo, anche se la decisione finale dovrà essere approvata (almeno in via informale) dalle singole giunte.

Ma cosa prevede il documento?

Di fatto la presenza della Cardiologia e della Rianimazione anche se vengono considerate “strutture semplici” e non complesse , un Pronto Soccorso abbastanza efficiente con due medici di giorno e uno nelle ore notturne, un nuovo reparto di fisiatria con 20 posti letto, oltre al Polo Senologico Oncologico, punto di riferimento di eccellenza a livello provinciale e 10 letti di continuità assistenziale che potrebbero essere lo spunto per offrire un servizio di eccellenza e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona di investire ancora sull’ospedale per fornire un servizio di qualità al pari di quello che offre Villa Esperia a Salice utilizzato da una quantità industriale di pazienti tortonesi, con ingenti costi per la sanità regionale.

Le proposte, insomma sembrano buone e con ogni probabilità verranno accettate dai sindaci.

 

Di seguito nel dettaglio ecco come funzioneranno Cardiologia, Rianimazione pronto Soccorso se le proposte verranno accolte.

 

ANESTESIA E RIANIMAZIONE

Presenza della struttura semplice di Rianimazione con 5 posti letto dedicati a pazienti complessi di area medica o chirurgica anche con necessità di osservazione e monitoraggio post-operatorio (terapia intensiva post operatoria).

Presenza di 9 anestesisti rianimatori: due sempre presenti nelle due fasce diurne (8-14 e 14-20) nei giorni feriali e uno sabato e  domenica e uno in quella notturna (20-8).

 

CARDIOLOGIA

Struttura semplice di attività di supporto cardiologico con 4 letti monitorati e collocati presso il reparto di Anestesia Terapia Intensiva e con responsabilità clinica in capo al primario di medicina; presenza di 4 medici cardiologi  con unità fissa presente in loco dalle 8 alle 20 da lunedì a venerdì: pronta reperibilità dalle 8 alle 20 di sabato e festivi e notturna (20-8) 7 giorni sui 7.

Attività ambulatoriale 5 giorni settimanali  con  viste cardiologiche e di controllo, ecocardiogramma, prove da sforzo, controlo pace maker defibrillatori ed altro

In pratica si “perde” fisicamente il reparto di cardiologia inglobato nella Rianimazione ma 4 letti e cardiologi saranno sempre presenti, o quasi.

 

PRONTO SOCCORSO

Dipende dal Dea di Casale Monferrato ma in loco avrà due medici presenti 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20 e un medico presente 7 giorni su 7 nelle ore notturne (20-8) a cui sui aggiunge in quest’ultima fascia la reperibilità notturna di un secondo medico