I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Alessandria hanno denunciato per minacce, ingiurie, lesioni personali e violazione delle norme sul’immigrazione un cittadino marocchino di 34 anni. Una gazzella la sera del 29 marzo interveniva in una via del centro città perché una donna marocchina aveva visto un suo vicino di casa che la aveva aggredita la mattina del 20 marzo e voleva farlo identificare perchè da quel giorno non lo aveva più visto. La mattina del 20 marzo, intorno alle 11.00, la donna marocchina aveva visto nel cortile condominiale tre suoi connazionali, due uomini e una donna, che litigavano con altri condomini per il parcheggio delle auto in cortile. I tre marocchini infatti non abitano tutti nel condominio, ma si recavano lì per trovare dei parenti, non potendo però parcheggiare perché i posti condominiali sono riservati. La donna marocchina allora interveniva nella discussione per tradurre in arabo ai tre che i parcheggi sono tutti assegnati e non si possono occupare liberamente, ma veniva subito investita da una serie di insulti e minacce di morte dai tre connazionali, indispettiti per quell’intervento pacificatore ma che loro non gradivano.

La donna a quel punto si allontanava spaventata per tornare verso la sua abitazione, ma veniva seguita per le scale da uno dei due uomini, il 34enne appunto, il quale la raggiungeva prima che entrasse in casa e, dopo averle bloccato le braccia, le dava una testata sulla fronte. La donna rientrava in casa per curarsi e poco dopo giungeva a casa il marito della donna marocchina che andava a chiedere spiegazioni ai tre, ma i due uomini aggredivano anche lui costringendolo a scappare e chiudersi in casa. La vittima si era poi recata al pronto soccorso cittadino dove era stata curata per la testata che le aveva provocato un trauma cranico, guaribile con sette giorni di prognosi. La sera del 29 marzo la vittima vedeva nuovamente nel cortile condominiale l’uomo che l’aveva aggredita il 20 marzo e chiamava il 112 chiedendo l’intervento di una pattuglia per identificarlo. All’arrivo dei militari, la donna indicava l’alloggio dove era entrato e la sua descrizione e quando i militari suonavano nell’alloggio indicato, apriva proprio l’uomo descritto e individuato nel 34enne, il quale nel momento dell’identificazione, alla richiesta di esibire il permesso di soggiorno e i documenti, ne era sprovvisto e si trovava quindi illegalmente nel territorio nazionale. A quel punto, veniva accompagnato in caserma dove veniva fotosegnalato e denunciato all’Autorità Giudiziaria per minacce, ingiurie e lesioni personali in merito ai fatti del 20 marzo e per il suo stato di clandestinità perché irregolare sul territorio italiano.