Un giovane uomo (iniziali D.C.) nel 2011 viene sottoposto ad un intervento di rimozione dei testicoli a causa di un tumore. Da quel momento deve assumere, per tutta la vita, una terapia sostitutiva con testosterone. Qualche mese fa, per motivi personali e di lavoro, D.C. si trasferisce dal Veneto in Lombardia, a Brescia, e qui iniziano i problemi legati al proseguimento delle terapie salvavita che, con una patologia cronica, deve assumere e che erano dispensati gratuitamente nella Regione Veneto e sono invece a pagamento nella Regione Lombardia. Sono farmaci prescritti dallo specialista endocrinologo e rientrano nelle linee guida per il trattamento della patologia di cui è affetto.

Quello che succede a D.C., in Lombardia riguarda tutte le persone che si devono sottoporre allo stesso trattamento ed è per questo che D.C. si rivolge al Governatore della Regione, Roberto Maroni, chiedendo la soluzione del problema.

“Il paziente deve assumere una terapia sostitutiva con testosterone dal 2011 a causa della rimozione dei testicoli dovuta a seminoma, il tumore, chiarisce *Stefania Bonadonna*, Referente Regionale AME Associazione Medici Endocrinologi Lombardia, che colpì il ciclista Ivan Basso. In Veneto, la sua terapia a base di un gel e una fiala ogni 3 mesi, era completamente rimborsabile dal Servizio Sanitario Regionale con Nota 36 dell’AIFA. Il problema sorge quando il paziente si trasferisce e sposta la residenza in provincia di Brescia dove questi farmaci non sono rimborsati perché la Regione Lombardia, a differenza del Veneto e di altre Regioni, non li ha inseriti nel Prontuario Regionale. Il paziente è quindi costretto a pagarsi le cure e, se volesse risparmiare, dovrebbe ricorrere ad 1 fiala ogni 21 giorni di un altro farmaco che però è molto meno indicata dal punto di vista fisiologico e necessita di 13 iniezioni l’anno rispetto alle 4 con il farmaco abituale”.

D.C. denuncia le diversità che esistono a soli 80 km di distanza pur esistendo un Sistema Sanitario Nazionale e delle Note AIFA che dovrebbero essere recepite a livello nazionale.

“Non è accettabile che in Lombardia tutti i soggetti con patologie come la mia, cioè tumore, o altre, ad esempio patologie dell’ipofisi, continua D.C., debbano avere a proprio carico farmaci salvavita come le formulazioni di testosterone per terapia sostitutiva e che queste non siano rimborsabili secondo nota 36 dell’AIFA, come accade in altre Regioni”.

“AME Lombardia ha già presentato alla Sanità Regionale numerose richieste in merito all’erogabilità del testosterone ma sono ad oggi rimaste inascoltate. Auspichiamo dunque una riflessione sul tema ed un immediato intervento del Presidente Maroni affinché sia riconosciuto a molti pazienti, che al momento hanno numerosi disagi, ciò che già viene rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale e da molte altre Regioni. L’Associazione Medici Endocrinologi è disponibile a fornire qualsiasi tipo di chiarimento dovesse rendersi utile”, conclude Stefania Bonadonna.