Gli alunni delle classi 3aE, 3aL, 3aB e 2aI del Liceo Amaldi hanno incontrato gli Assistenti Capo Enrico Lena e Daniele Petta della Polizia Scientifica di Genova per una lezione teorico-pratica sulle attività di indagine e sulle tecniche di acquisizione delle prove sul luogo di un crimine.

Entrando nel vivo della trattazione, l’Assistente Capo Lena ci ha spiegato che il loro compito è quello di raccogliere le prove sul luogo del crimine e di fare in modo che  arrivino intatte ai laboratori di Roma, dove esperti in vari settori (biologi, fisici, chimici, entomologi, geologi, fonici, esperti di balistica,) le analizzano. Sembrerebbe che a loro spetti il compito più semplice, ma abbiamo capito che non è affatto così: alcuni accertamenti sono irripetibili, come rilevare le tracce di droga da un oggetto metallico, per cui sono necessarie autorizzazioni da parte dei giudici e spesso è richiesta la presenza di periti nominati dalla controparte perchè, se si commette un errore durante la rilevazione, si perde irrimediabilmente il campione. Un altro problema di cui tenere conto è che la prova deve essere sempre contestualizzata, ovvero, non è sufficiente rilevare un’impronta digitale ma, prima di rilevarla, bisogna fotografarla in modo che si possa capire in quale punto essa si trovasse esattamente e spesso la sua posizione non è agevole da raggiungere con la macchina fotografica.

Anche il lavoro del poliziotto, come molti altri, ha subito, negli ultimi anni, un’evoluzione con l’utilizzo delle nuove tecnologie: su questo aspetto interviene l’Assistente Capo Petta che si sta proprio specializzando sulle tecniche d’indagine in cui è coinvolta l’informatica. Pensiamo alle possibilità offerte, molto semplicemente, dalle fotocamere digitali o agli archivi quali l’AFIS (Automatic Fingerprint Identification System) che permette di confrontare un’impronta digitale con migliaia di altre in pochi minuti, operazione che, fino a non molti anni fa, veniva svolta manualmente, con notevole dispendio di forze e di tempo. “Stiamo aspettando” ci dice l’A.C. Petta “che in Italia diventi attiva la banca dati del DNA, che permetterebbe di confrontare un campione biologico con quelli già presenti in archivio in pochissimo tempo, agevolando notevolmente il nostro lavoro”.

La scoperta più sorprendente riguarda le materie: sapevamo quanto fosse importante, per un agente della scientifica, possedere nozioni di chimica, fisica e biologia, ma abbiamo appreso che deve conoscere bene anche la matematica: lo studio delle macchie di sangue presenti sul luogo di un delitto viene effettuato tramite la trigonometria e permette di determinare, ad esempio, l’altezza dell’assalitore o il numero dei colpi inferti La Polizia Scientifica si occupa anche dei controlli e delle analisi relative alle sostanze stupefacenti. Ci hanno spiegato che la distinzione tra droghe leggere e pesanti non ha più alcun senso: se il principio attivo nella marijuana vent’anni fa era del 5%, oggi raggiunge il 10-12% , rendendo il “fumo” doppiamente dannoso.

In conclusione dell’intervento ci è stata mostrata “dal vivo” la metodologia per rilevare le impronte digitali e i vari tipi di polvere che possono essere usati a seconda del substrato su cui la traccia è stata lasciata: anche noi ci siamo sentiti, per un attimo, agenti di polizia scientifica e qualcuno già pensa di intraprendere questa affascinante carriera.

 

La 3aE Liceo linguistico