spy 2QIl primo quarto d’ora sembra di vedere un film di 007 ad alto livello, sigla con effetti speciali compresi. Jude Law è semplicemente perfetto nell’agente della Cia “teleguidato” al computer da Melissa McCarty (St Vincent, Una notte da Leoni 3, Io sono tu, le amiche della sposa) ma già dalla successiva scena del ristorante, si capisce che siamo di fronte ad un film ironico. Attenzione: non demenziale e comico con battute scontate come sono soliti fare gli americani, ma di un’ironia a volte talmente sottile che si fatica persino a comprenderne le sfumature. D’altro canto il regista americano Paul Feig (Corpi di reato, le amiche della sposa) ci ha già abituato al suo stile di raccontare episodi di vita in questa maniera.

Dietro la patina a dell’ironia, però c’è anche una denuncia sociale, del continuo mobbing a cui le donne sono sottoposte in alcune professioni e Feig lo fa in un modo molto particolare: ridicolizzando in più occasioni Jason Statham, l’agente segreto macho e supermuscoloso che fa la figura dell’imbecille.

Naturalmente tutto in maniera assolutamente seria e credibile.

La sottile e intelligente   ironia che si protrae fino dalla fine della sigla iniziale fino all’ultima scena è quello fa ridere, a tratti persino a in maniera esagerata, il pubblico in sala e che rende “Spy” un film molto originale e degno di essere visto.

18 luglio 2015

La scena del ristorante

La scena del ristorante