braccianti - qLa Regione Piemonte ha approvato una mozione (prima firma Paolo Mighetti) per la regolarizzazione e semplificazione nell’ambito dell’utilizzo della manodopera in agricoltura, una problematica particolarmente diffusa nelle zone vitivinicole del basso Piemonte (Asti – Alessandria – Cuneo).


Una situazione ai limiti dello sfruttamento che fa registrare numeri sconcertanti: il 62% della forza lavoro non ha accesso ai servizi igienici, il 64% all’acqua corrente ed il 72% si ammala (fonte CGIL). L’ordine del giorno impegna la Giunta a sollecitare il Governo ad estendere alle aziende agricole, indipendentemente dal volume d’affari, la possibilità di utilizzare, attraverso il lavoro accessorio, soggetti disoccupati, inoccupati e precettori di misure di sostegno al reddito. In tal senso si dovranno rimuovere le restrizioni finora previste per le aziende con volume d’affari superiore a 7 mila euro che limitano il ricorso a pensionati, giovani con meno di 25 anni d’età (se regolarmente iscritti ad un ciclo di studi). Inoltre si richiede un impegno affinché il tetto massimo di compensi percepibili dal lavoratore tramite voucher sia innalzato a 7.500 euro annui, calcolati come somma di tutti gli eventuali committenti. Purtroppo la maggioranza non si è resa disponibile a votare un’importante richiesta contenuta nel documento a 5 Stelle relativa alla creazione di una banca dati regionale dei braccianti agricoli. In modo da consentire il contatto tra domanda ed offerta e consentisse un controllo automatico della regolarità delle posizioni lavorative attraverso le banche dati INPS ed INAIL.

16 giugno 2015

braccianti agricoli - G