mausoleo Mutti - IGentilissimo Direttore,

la ringrazio per lo spazio concessomi e chiedo scusa in anticipo se vado a trattare argomenti triti e ritriti, ma il comune cittadino non deve arrendersi ed assuefarsi all’inciviltà dilagante.

Mi è capitato ieri, passeggiando in via Emilia, di transitare dinnanzi ai Portici di Casali, dove si trova il cosiddetto “Mausoleo Mutti” e di notare che per l’ennesima volta è stato in parte danneggiato. Questo luogo appartiene alla città, non racconta “la Storia” con la esse maiuscola, quella che si trova sui libri, ma “storie”, vere, di vita tortonese, vissute da uomini ormai con i capelli bianchi o che non ci sono più, storie che appartengono a questa città e che luoghi come questo aiutano a mantenere vive per qualche anno ancora, prima che il tempo ne cancelli il ricordo.

Con quale diritto un individuo si può prendere la libertà di distruggere una memoria che non gli appartiene e cancellare un passato che non conosce? Non è bastato vedere la vuotezza di chi a Milano inneggiava al “fare bordello” e spaccare tutto (soprattutto l’auto ed i negozi di chi si sveglia alle 6 di mattina per andare a lavorare)?

Non assopiamoci nell’indifferenza, ma lottiamo per una città migliore che possiamo e dobbiamo impegnarci ad avere.

Luca Garbelli


21 maggio 2015