magno - IQuesta figura femminile di artista trascorse dell’infanzia, dell’adolescenza, buona parte della giovinezza in Terra d’Africa.
È in Italia quando si congiunge in matrimonio con Gino Magno, un professore di Alessandria, interessante scrittore, poeta seppure non conosciuto dal grosso pubblico.
Gli sposi vivono nella nostra città nel decennio compreso fra il 1930 e 1940; Ain Zara in questo periodo s’interessa all’ambiente alessandrino, è impegnata nel sociale, occupa incarichi importanti nel settore femminile, impegna il tempo libero scrivendo, in particolare la sua penna si diletta nelle poesie tanto da pubblicare, nel 1933, Tempo d’Estate le cui rime lasciano intravedere una spiccata nostalgia per i suoi luoghi d’origine.
Pubblica, negli anni successivi, Ritorno a Sinauen, una raccolta di versi improntati sullo stile di Gabriele Dannunzio, successivamente ecco Tramontana, il romanzo ambientato nel periodo compreso fra le due guerre mondiali in cui il lettore rileva lo specchio dell’esistenza di quel tempo.
I critici letterari apprezzano lo stile di Ain la quale, dallo scoppio del secondo conflitto mondiale, mette a tacere pubblicamente la sua penna, nonostante le insistenze, gli apprezzamenti elargiti dagli Editori, dai lettori, da colleghi scrittori anche i più autorevoli.
I suoi scritti, con il tempo, sono stati completamente dimenticati, ha vissuto completamente in disparte per tutto il periodo bellico.
Finalmente, con il sopraggiungere dell’anno 1954, il suo nome riappare con l’edizione di Betelgeuse, una raccolta sorprendente di liriche, per terminare definitivamente con le rime dal suggestivo titolo Parole d’ancore.

Franco Montaldo


22 marzo 2015