ospedale - IE così, alla fine, il Tavolo Massicci ha detto “sì”. Il MEF approva con il benestare definitivo il riordino ospedaliero formulato da Moirano, Saitta e Chiamparino, lo sblocco delle assunzioni per il personale insieme allo sblocco dei 900 milioni di euro attesi per pagare i fornitori.

L’OK definitivo del Ministero forse chiude anticipatamente la partita che puntava alla possibile sospensiva del riordino attraverso il ricorso al TAR. E’ difficile, non improbabile ma certamente difficile, che un tribunale amministrativo regionale pesti i calli all’approvazione del tavolo ministeriale riguardante le due delibere sul riordino della rete ospedaliera. La prima, che ben conosciamo e che era stata contestata un po’ da tutti, e la seconda, anticipata da oculati incontri dell’Assessore con le amministrazioni locali ritenute maggiormente “strategiche”, che ha concesso (ai più forti) e promesso (ai più remissivi) le tanto agognate variazioni sul piano di riordino. A Tortona, Saitta non si è visto, ha mandato Moirano; il direttore generale della sanità piemontese era a Tortona il 20 gennaio e, pare, promesse non ne abbia proprio fatte, il ricorso è stato depositato il 26, quasi una settimana dopo.

Però in altre realtà Saitta si era visto eccome, ed il tempo ha evidenziato come la questione non fosse di ricorso a TAR o meno..

 

L’ospedale unico doveva salvare Novi?



L’ospedale di Tortona sacrificato sull’altare dei più forti, quindi? Pensare che soli due anni fa la situazione era completamente ribaltata, con Novi Ligure in affanno, anche sulle risultanze di taluni documenti regionali (di cui peraltro non si sono avuti gli estremi) e di cui si è appreso da dichiarazioni dell’Assessore alle Politiche sociali novese, Felicia Broda, riportate su alcuni quotidiani.

Secondo questi dati, a fine 2012 suonava un campanello di allarme: in tre anni, i pazienti del San Giacomo erano calati del 15%, con gli accessi all’ospedale di Novi che scendevano dai 9.900 del 2009 agli 8.400 del 2011. Il trend in diminuzione sarebbe continuato anche nel 2012, anche se mancava la conferma dei dati ufficiali.   Nel triennio 2009-2011, comunque, secondo i dati della Regione,gli accessi all’ospedale San Giacomo di Novi erano stati meno di 30 mila. Valore che esprimeva, in maniera univoca, un trend in diminuzione.

 Qualcuno, forse, questo trend lo aveva scoperto già da tempo, se già nel luglio 2011 Rocchino Muliere, all’epoca consigliere regionale di minoranza, auspicava una vera integrazione tra i due ospedali, come unica soluzione necessaria in vista dell’annunciata riduzione di personale. (1)

Ci poteva essere, forse, in questa proposta, un aspetto campanilistico che prevaricava il semplice voler salvare “capra e cavoli” (sorvolando su chi rappresenti le capre e di chi siano i cavoli).

Il rischio (più che concreto, in tempi di spending review) era che l’ospedale novese subisse una diminuzione dell’eccellenza. Al San Giacomo vi erano stati 9.894 accessi nel 2009, 9.097 nel 2010 e 8.368 nel 2011. Il trend in diminuzione si evidenziava anche nei primi mesi del 2012, con il San Giacomo costantemente sotto la lente d’ingrandimento dei conteggi effettuati in Regione.

La soluzione salvifica l’aveva già identificata Muliere l’anno precedente: ristrutturare la rete ospedaliera realizzando un ospedale unico tra Novi e Tortona, suddiviso su due sedi.

 

Potenziare Novi costa meno che mantenere in vita Tortona?

 «La scelta di accorpare gli ospedali di Novi e Tortona in realtà non è un’opzione, ma un dato acquisito. Occorre ottimizzare le spese » il commento Felicia Broda «Tuttavia, dai dati regionali si evince che la superficie del San Giacomo è maggiore dell’ospedale di Tortona. Infatti, » – proseguiva la Broda – «lo stesso studio regionale ci dice che se dovessimo adeguare i due ospedali a una funzione ottimale, per Novi ‘ospedale cardine’, spenderemmo meno che per Tortona (6 milioni, 363 mila 645 euro per Novi, 11 milioni e 220 mila per Tortona), senza contare che Novi, in quanto a logistica, parcheggi, spazi e accoglienza, offre sicuramente più che Tortona ».

Di questi dati, peraltro, pare che non si trovi traccia sul web, poiché, presumibilmente, documenti riservati o confidenziali. (A proposito, come proseguono i lavori della commissione tortonese che analizzava studi e costi dell’ospedale cittadino? Riscontrano allineamento con questi dati? Hanno avuto copia di questa relazione, almeno loro, che sono tecnici? Spero, naturalmente, di sì.)

Nel gennaio 2013 il comitato “Salviamo l’ospedale di Novi” organizzava una manifestazione pubblica, iniziando la propria battaglia per la difesa del nosocomio novese. Vennero raccolte 5mila firme, consegnate poi al sindaco Robbiano, in qualità di capofila dei Comuni, da portare sul tavolo delle trattative per arrivare alla definizione di un piano sanitario che non penalizzasse il nosocomio novese. Tra le iniziative e proposte di questo attivissimo comitato , la costituzione dell’osservatorio della salute. Anche questo un progetto andato a segno, essendo stato inaugurato proprio il mese scorso.

Purtroppo, per Tortona sembra profilarsi un epilogo amaro. Nonostante i numeri più favorevoli, la struttura migliore, un Comitato che ha raccolto più firme (quattro volte quelle raccolte a Novi) su quel ricorso a TAR che tra due settimane verrà discusso in camera di consiglio la recente approvazione del Piano Regionale da parte del Tavolo Massicci rischia di incidere, e non poco.

Non ci resta che fare gli scongiuri.

 Annamaria Agosti

 6 marzo 2015

(1) Muliere su ospedale unico 2011 http://tinyurl.com/ooyukd6