tartufi - QI liberi tartufai Alessandrini intendono denunciare una grave situazione che si inoltra da qualche anno nel territorio e che ha purtroppo portato ad un drastico e preoccupante calo di produzione di tartufo bianco piemontese o anche denominato tartufo bianco pregiato d’Alba dovuto principalmente ad una scellerata gestione del territorio e alla mancanza di una reale salvaguardia di uno dei più importanti e conosciuti, a livello mondiale, prodotti della nostra tradizione e delle nostre terre, da parte degli organi competenti che ha portato all’immissione nel mercato di grandi quantità di tartufo proviene da paesi esteri che non rispettano i canoni e le caratteristiche di pregio e qualità del prodotto nostrano e che chiaramente potrà andare ad intaccare  la fama e il prestigio del tartufo piemontese.
A tutto ciò si aggiunge il grave fatto che a causa di concessioni di territorio produttivo rilasciate dagli organi competenti si è andata a creare una vera e propria lobby di poche persone che gestisce la totale porzione di territorio produttivo andandolo così a togliere ai liberi tartufai che tramite il loro tesserino,pagato alla regione, contribuiscono ad elargire un,importante somma di denaro che dovrebbe essere destinata alla salvaguardia dello stesso tartufo.
Al fine di risolvere la grave situazione sopra riportata e tutelare la tradizione locale ,in data 23 marzo 2015 presso lo studio del notaio Bailo in Novi Ligure,si è ufficialmente costituita l’Associazione Liberi Tartufai Alessandrini ( A.L.T) con lo scopo di tutelare, incrementare ed incentivare la salvaguardia del tartufo su tutto il territorio provinciale, regionale, nazionale ed essere punto di riferimento e di incontro per tutti coloro che vogliano dedicarsi alla ricerca dello stesso, siano giovani o non più tali, oltre che a verificare l’esatta applicazione sul territorio  della legge vigente.
L’ associazione annovera al momento circa 500 iscritti e rappresenta tutto il fronte del basso Piemonte a partire dal confine con la Lombardia, fino a quello con la Liguria di ponente, a palese dimostrazione del malcontento che alberga nella categoria dei liberi cercatori, i quali non si rassegnano e non intendono assistere impotenti alla cancellazione delle loro tradizioni, usi, costumi che sono tramandati di padre in figlio da genere come consuetudine.
L’associazione chiede perciò un incontro con l’assessorato regionale al fine di risolvere  collaborativa mente i problemi inerenti al mondo del tartufo.
30 marzo 2015