Patrizia Poliotto

Patrizia Poliotto

L’Avvocato Patrizia Polliotto, Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, interviene sulle liberalizzazioni contenute nel DDL Concorrenza e che riguarderanno in primo luogo il settore farmaceutico. I tre punti rilevanti sono i seguenti:
DISTRIBUZIONE DELLE FARMACIE SUL TERRITORIO NAZIONALE. La localizzazione delle stesse sarebbe effettuata utilizzando due alternative: o una farmacia ogni 1500 abitanti contro i 3300 del Decreto Monti, o fare riferimento ad un “numero minimo” di abitanti non più ad un “numero massimo” come viene previsto attualmente;
DISTRIBUZIONE DEI FARMACI FASCIA C. La bozza del DDL prevede che gli esercizi commerciali possano vendere farmaci appartenenti alla FASCIA C cioè i farmaci utilizzati per patologie di lieve entità o considerate minori che, quindi, non sono considerati “essenziali” o “salvavita”.
“Sono sorpresa, ed ancor più preoccupata, delle misure di deregolamentazione che il Ministro dello Sviluppo Economico intende introdurre nel settore delle farmacie nell’ambito del DDL concorrenza. Non si può parlare di farmacie solo dal punto di vista del mercato: le farmacie, infatti, sono a tutti gli effetti un presidio sanitario capillarmente ed efficientemente a disposizione della popolazione, specie di quella debole, per la quale costituiscono un punto di riferimento di agevole e continua accessibilità”, spiega l’Avvocato Patrizia Polliotto. “Le farmacie, peraltro, sono state interessate negli ultimi anni da più di una riforma e, quindi, sarebbe bene valutarne gli effetti relativi prima di insistere sic et simpliciter su un ulteriore e spropositato aumento delle sedi (che si aggiungerebbero alle 2.500 oggetto dei concorsi ormai in fase conclusiva, in Piemonte come nelle altre Regioni), sulla liberalizzazione della vendita dei medicinali che causa una minore attenzione in chi li acquista (basti pensare al supermercato i farmaci venduti al prezzo di 3X2 esattamente come le caramelle)”, prosegue l’Avvocato Patrizia Polliotto. “Condivido invece pienamente le posizioni espresse – tra gli altri – dagli Enti centrali che si occupano di sanità e medicinali, Ministero ed Agenzia del Farmaco, ma anche dal rappresentante degli Assessori alla Salute delle Regioni: non servono più farmacie, inevitabilmente deboli sia singolarmente che come rete, molto più utile è invece potenziarle ed integrarle ancora di più nel sistema sanitario per accelerare e favorire il processo di riorganizzazione delle cure e di trasferimento dell’assistenza dall’ospedale al territorio, prevedendo di affidare alle farmacie stesse nuove funzioni sanitarie (aderenza alla terapia, monitoraggio parametri sanitari, screening, prenotazioni esami e visite specialistiche, ecc.) legate alla gestione dell’utente che lì si rivolge per accedere al farmaco”, conclude il noto legale.
L’attività della farmacia è corretto che sia oggetto di revisione, per adeguarla ai tempi che cambiano, ma non si può prescindere dal continuare a svolgerla attraverso la gestione completa di tutti i farmaci, siano essi pagati dal SSN o acquistati dal cittadino su ricetta medica.
Intervenire invece sul numero delle farmacie e contemporaneamente ridurne il campo di attività o l’autonomia non può che portare all’indebolimento del sistema ed all’abbandono delle zone disagiate e meno redditizie, cioè le periferie ed i piccoli comuni, dove spesso le farmacie oggi costituiscono il presidio socio sanitario di più agevole accesso, quando non l’unico.
L’Unione Nazionale Consumatori, sede Regionale del Piemonte, è come sempre a disposizione di tutti coloro che vorranno intervenire su questo tema importante. E’ possibile contattare il Comitato Regionale del Piemonte di UNC con sede di Torino in Via Roma 366 al numero 011-5611800 o via mail all’indirizzo comitatotorino.unc@libero.it.

16 febbraio 2015