municipio - IForse qualcuno pensava che si esibissero gratuitamente o quasi, i giovani vestiti da Babbo Natale che durante le feste natalizie hanno fatto animazione per qualche ora nel centro storico di Tortona, regalando palloncini ai bambini o camminando sui trampoli, oppure pensavano che a pagare fossero stati i Commercianti visto che beneficiavano dell’animazione, ma non è stato così.

La spesa è stata tutta a carico del Comune che ha pagato duemila euro alla Compagnia Teatro Scalzo, di Genova, per l’animazione itinerante natalizia con le persone vestite da Babbo Natale dei giorni 20 e 21 dicembre 2014, e 1.500 euro alla compagnia “I Giullari del 2000” di Milano, per l’animazione itinerante natalizia del giorno 13 dicembre.

Insomma, ben 3.500 euro di soldi del Comune e cioè pubblici (quindi nostri) per poche ore di lavoro a poche persone che ci hanno ricordato gli artisti di strada che in estate si esibiscono gratuitamente sulle passeggiate davanti al mare, racimolando poche decine di euro di obolo dei pasanti e facendo le stesse cose, con l‘unica differenza che non sono vestiti da Babbo Natale.

Peraltro i costumi che alcuni indossavano a Tortona erano anche brutti e sgualciti.

Non si tratta dei 3.500 euro che sono una briciola nel mare in un bilancio milionario, ma è il principio che non ci piace: bisognava proprio andarli a cercare a Genova e Milano? Possibile che a Tortona o nei dintorni non ci siano giovani in grado di vestirsi da Babbo Natale e distribuire caramelle ai bambini che incontrano per strada?

Domanda che viene ancora più spontanea leggendo il resto della delibera in cui si evidenzia che il Gruppo Alpini di Tortona ha realizzato GRATUITAMENTE la “discesa dei Babbi Natale” con distribuzione di vin brulè e cioccolata del 21 dicembre 2014 in piazza Arzano con il materiale necessario alla preparazione del vin brulè, della cioccolata ed i dolciumi da distribuire ai bambini, saranno forniti direttamente dal Comune previo acquisto data l’esiguità degli importi, con buoni di cassa economale,   cioè praticamente gratis.

E qui sorge la seconda domanda: perché i Tortonesi lavorano gratis e gli “stranieri” vengono pagati?

Insomma due pesi due misure per quella che è una gestione delle attività culturali di Tortona che non ci pare affatto chiara e sulla quale ritorneremo senz’altro.

29 gennaio 2015