regione QEgregio Direttore,

navigando sul web si trovano documenti davvero interessanti che rigurdano l’attività della regione Piemonte. Un caso interessante riguarda la battaglia  contro i super incentivi da impiegarsi per convincere i dirigenti ad andare in pensione. Nonostante gli stessi partiti della maggioranza avessero fatto pressioni su Chiamparino per rivedere l’accordo sottoscritto dalla giunta Cota, e nonostante il Governatore e il suo vice Aldo Reschigna avessero garantito che non sarebbe successo, in data odierna la Giunta ha, invece, approvato la proposta dell’assessore Giovanni Maria Ferraris riguardante il “recepimento dell’accordo per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro dei dirigenti regionali”. Tradotto dall’arzigogolato burocratese in più comprensibili e schietti “soldoni”, si tratta dell’erogazione di un bonus destinato ai dirigenti, stimato in circa 200mila euro cadauno, per lasciare in anticipo (in alcuni casi, solo per pochi giorni) il proprio incarico. Essendo una trentina i dirigenti interessati, il conto sale vertiginosamente in fretta, arrivando a circa cinque milioni di euro, centesimo più, centesimo meno.

Non pochi quattrini, regalati da un ente che, da come ci viene descritto, ha le pezze al sedere o poco ci manca, che è tutt’ora a rischio commissariamento ed costretto a rabberciare qui e là quella coperta sempre più corta che si chiama “sanità”.

Una decisione a dir poco imbarazzante, per chi, solo pochi giorni fa si interrogava se in questi ultimi mesi avesse vissuto qui oppure su una stazione spaziale. Alla luce dell’ultima Giunta Regionale pare verosimile che Chiamparino, in orbita, ci sia andato davvero.

 

Renzi cinguetta, Chiamparino è in idillio. Ma la politica rimane distante dal cittadino.



 “Massima collaborazione con il Governo, la stessa che ci ha portato a sottoscrivere il patto per la salute che peraltro è anche un documento di spending review e razionalizzazione della spesa. Del resto come certificato dalla stessa Corte dei conti – conclude Chiamparino – proprio il patto per la salute ha consentito in questi anni di tenere sotto controllo la spesa sanitaria”.

Questa una recente risposta di Chiamparino ai tweet di Renzi.

Pare legittimo il dubbio che si tratti dello stesso Patto per la Salute che stabilisce le percentuali di personale sanitario (93%) e amministrativo (7%). Eppure lo è, o meglio, lo dovrebbe essere. Il perché l’attuale Giunta Regionale non sfiori nemmeno questo tema, nella “sua” delibera per “risanare” questa nostra sanità “malata”, rimane un mistero.

Bene, Signor Governatore, io per avere risposte mi rivolgo personalmente a Lei.

Chiamparino, ci dia un segno per poter tornare a spendere fiducia nel Suo operato. Ci dica oggi, non dopo aver spolpato il nostro Ospedale, come intende affrontare queste sproporzioni tra figure professionali, per rientrare nei parametri del Patto per la Salute che Lei stesso esalta come modello virtuoso per il contenimento della spesa sanitaria. Ce lo dica, e lo adotti pubblicamente come impegno futuro.

Ci dica ora quanti amministrativi esistono all’Ospedale di Tortona, e quanti all’Ospedale di Novi Ligure. Ci dica come intende ridurli, per poi tornare ad investire in assunzioni di personale a profilo sanitario e ci dica dove e come i costi amministrativi sono maggiori, se a Novi oppure a Tortona, per farne una puntuale valutazione, e coinvolgere le azioni politiche dei Sindaci, quelle di vigilanza dei Sindacati, e, soprattutto, l’opinione di quei cittadini che Lei ha incontrato in campagna elettorale. Persone che in quel tempo erano amici-elettori, ed oggi vengono trattati, unicamente, come tartassati-contribuenti.

 

L’ospedale in cambio di trasporto pubblico?

“Come Regioni abbiamo accettato un taglio da 1,5 miliardi sul fondo per la salute ma come contropartita abbiamo chiesto che qualche centinaio di milioni vada al trasporto pubblico locale”.

Queste le parole di Chiamparino al termine dell’incontro con il Ministero per gli Affari Regionali lo scorso 3 dicembre. Sulla legge di stabilità, le Regioni sono state praticamente costrette a fare buon viso a cattivo gioco.

A voler tradurre dal politichese in qualcosa di più semplice e comprensibile, si potrebbe quasi pensare: vi chiudiamo gli ospedali, ma vi agevoliamo le modalità per spostarvi. Magari con l’ausilio di qualche specialista di settore che conosce bene il territorio? Pare quasi intravedere ombre rosse sullo sfondo, dalla sagoma conosciuta (ed ingombrante). Il tempo, sotto questo aspetto, potrà dare le risposte, forse senza essere nemmeno eccessivamente galantuomo… e vedremo, se si dovrà tirare tutti la cinghia, oppure se per qualcuno i pantaloni resteranno larghi, come sono ora.

http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=24730

 

Tutto rimandato alla primavera. Perché?

Difficile pensare che sia per una forma di favore. Bene fa chi non lascia cadere intentata la strada del ricorso a TAR. Saitta sostiene che “data la priorità alla rete ospedaliera, non per questo tralasceremo di intervenire sul comparto amministrativo”. Il proposito sembra essere quello di metterci mano non appena finita la fase delicata e impegnativa che vede la giunta attendere l’approvazione definitiva della delibera della riorganizzazione da parte del tavolo ministeriale.

La nomina dei nuovi direttori generali, prevista per aprile, dovrebbe trovare la lotta agli sprechi, invocata e intrapresa dall’assessore, attiva anche su un fronte nient’affatto secondario come quello amministrativo. Però, a scatola chiusa, si comprava solo una certa marmellata. E fidarsi ancora, oggi, richiederebbe un vero e proprio atto di fede.

 Annamaria Agosti

13 dicembre 2014