Egregio Direttore,

La vicenda dell’ospedale ha insegnato a tutti una cosa, riguardo gli amministratori pubblici: o sei un politico, o sei dalla parte dei cittadini. Sono due posizioni antitetiche e non mediabili, non compromissibili e non derogabili.

Mi spiego meglio: antitetiche perché mai come negli ultimi anni quel divario, quella forbice tra condizioni di vita reale dei cittadini e tenore di vita millantato dai politici va aprendosi a dismisura, chiudendosi – invece – con un colpo secco nelle oramai famose “sforbiciate” non mediabili del “far tornare i conti”.

Perché non è possibile un compromesso volto a salvare il nostro ospedale? Semplice. Un compromesso dignitoso non può essere legato a quello che si ha o che si rischia di perdere sul proprio territorio: il mettere a rischio la vita umana non può assumere un valore mediabile, e può essere soggetto a compromesso solo ciò che si fa per venirsi incontro, reciprocamente, nel vivere la vita quotidiana. Non per complicarla, renderla difficoltosa, con scuse di circostanza (“Vi togliamo l’Ospedale vicino per darvene uno più sicuro anche se è più distante.” Balle!)

Sono anche posizioni non derogabili: in principio, il Sindaco Bardone voleva affidare ad un Comitato l’azione di ricorso amministrativo al TAR. Salvo poi ricordarsi che un ricorso può essere accolto solo quando è proposto da chi ha titolo per farlo, e l’essere utilizzatori, assistiti o pazienti (adesso ci chiamano addirittura “clienti”!) dell’Ospedale non è – paradossalmente – un titolo sufficiente per adire un ricorso.

Lunedì, nella riuscitissima manifestazione organizzata dal Comitato Uniti per Tortona, ho visto dei cittadini muoversi all’unisono motivati, decisi e compatti.

Ho visto dei medici prendere finalmente posizione, esponendosi in prima persona, e questo dà la misura di quanto sia concreto il rischio di perdere davvero tutto.

Ho visto dei Sindaci vestire la fascia tricolore sul cuore di un vero, Primo cittadino, e questo è stato bello, perché, cari Sindaci, per farci sentire la vostra vera partecipazione, siete tornati ad agire come dei comuni cittadini. Non solo eravate “con” noi, eravate “come” noi, per questo eravate credibili, per questo, oggi, siete degni depositari della nostra fiducia, per il ricorso al TAR che solo voi siete legittimati a fare.

 

LA POLITICA ORMAI HA PERSO L’OCCASIONE



La “politica”, invece, quella dei compromessi, delle mediazioni, dei giochi di palazzo, la sua risposta l’ha data 48 ore dopo la manifestazione, con quel “cortese diniego” a firmare la lettera condivisa volta ad azzerare la decisione di giunta regionale, un gesto che porta in sé fin troppa similitudine al Canto III dell’Inferno dantesco, dove al verso 60 narra di colui “Che fece per viltade il gran rifiuto”.

Dando per estinta la Politica, quella con la P maiuscola, materia pressoché sconosciuta a coloro che oggi hanno circa quarant’anni d’età ed hanno potuto conoscere, nella loro vita adulta, solo una sbiadita azione politica parassitaria e di casta, del tutto diversa da quella esistente in una normale democrazia, ecco, alla luce di questo, la manifestazione del 15 dicembre non solo ha sensibilizzato l’attenzione sul nostro Ospedale, ma ci ha anche indicato una via di comportamento fatta di una ritrovata consapevolezza, che deve iniziare proprio dai bambini.

La ricostruzione della legalità, del senso del diritto, dell’etica pubblica, della memoria storica di Tortona, dell’educazione civica e dell’educazione alla cittadinanza – a partire dalle scuole di ogni ordine e grado – deve essere il punto di partenza, la qualificazione identitaria, solo queste possono, e devono essere, le premesse ad ogni discorso e proposta programmatica di una nuova stagione politica, libera dall’asservimento della pubblica amministrazione alle decisioni d’imperio calate dall’alto, contro ogni logica e razionalità, e incentrare il dialogo e le azioni unicamente attorno ai Cittadini.

Questo è il mio augurio, per il Natale. Buone Feste.

Annamaria Agosti

24 dicembre 2014

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